Intelligenza a disposizione di un progetto Aperto
La Sardegna denota però anche altre caratteristiche.
Per esempio che sommando i due partiti di governo essi hanno solo poco più del 25% oppure che c’è una frantumazione interna sia nel centrodestra che nel centrosinistra (in quest’ultimo campo più accentuata).
L’altra cosa che appare palese è che con questo andazzo, nel giro di poche consultazioni elettorali, saranno centinaia i comuni che passeranno alla destra e, allo stato dell’arte, praticamente anche tutte il resto delle regioni.
Perché la riscossa del centrosinistra non esiste. Al massimo contiene le perdite grazie ad un pulviscolo di liste, ma il Pd è ai minimi storici.
Questo significa che nell’elettorato non egemonizzato dalla destra agiscono due pulsioni.
La prima rendere utile il proprio voto nella speranza (illusione’) d’impedire la conquista dell’ente da parte di Selfini e soci.
La seconda è che proprio questo tipo di elettore contestualmente non ce la fa a votare per il Pd in quanto tale.
Sarebbe opportuno che questo campo acquisisca una connotazione programmatica di opposizione di sinistra reale evitando di fare, come ha fatto il Pd in questi mesi, opposizione al governo da destra (Tav, Venezuela, intervento in Siria F-35, trivelle, legge Fornero, reddito di cittadinanza e via dicendo).
In verità ci sarebbe un terzo punto : ovvero l’irrilevanza da prefisso telefonico delle liste alla sinistra della coalizione Pd.
Presentarsi ogni volta senza alcuna speranza di poter conseguire il risultato di una rappresentanza sta diventando un accanimento terapeutico che andrebbe, almeno secondo il mio modesto parere, da ora in poi , evitato.
Non basta l’evocazione di fare come Podemos (tra l’altro in difficoltà in Spagna da quando l’agenda ha cambiato priorità: dall’economia e la giustizia sociale al problema dell’indipendenza della Catalunya).
Respinta al mittente la proposta di accodarsi al carro neoliberista di Calenda, sarebbe opportuno costruire uno spazio largo , democratico, costituzionale, antiliberista , antirazzista, pacifista ed ambientalista che unisca tutti coloro che sentono la necessità di battersi contro questa Europa, i suoi trattati e le politiche securitarie e di austerità.
Sarebbe una risposta alla frantumazione e darebbe una utilità sociale al voto del 26 maggio.
Richiederebbe intelligenza ed evitare le primedonne per mettersi a disposizione di un progetto aperto.
Dubito – ma felice di essere smentito – che queste siano risorse intellettuali che albergano nell’attuale sinistra italiana.
Alfio Nicotra, giornalista