Signor Presidente, Signor Sindaco, Signor Segretario Generale, vi chiedo di intervenire per garantire l'agibilità politica nel municipio Bassa Val Bisagno, dove il Presidente ha cacciato il consigliere Giuseppe Pittaluga durante una sua dichiarazione di voto addirittura favorevole a un parere di Giunta. Fatto grave, non ci sono stati insulti e vi chiedo di richiamare il Presidente del Municipio perchè queste cose non succedano più. |
BRUNO: protesta per discriminazione contro il consigliere Pittaluga nella Bassa Val Bisagno30/7/2015
0 Comments
lettera inviata a:
Sindaco di Genova Segretario Generale Comune di Genova Prefetto di Genova Esprimo il mio più vivo disappunto in merito all’espulsione dall’aula del Municipio Bassa Val Bisagno del consigliere municipale della Federazione della Sinistra Giuseppe Pittaluga. Il consigliere stava dichiarando il suo voto favorevole al regolamento degli orti urbani con alcune considerazioni riguardo all’operato del Presidente, quando è stato espulso dall’aula. Immagino che l’iniziativa del Presidente sia stata condizionata dalle critiche condizioni meteoclimatiche piuttosto che da un intento discriminatorio. In conclusione, nel segnalarvi quanto accaduto, chiedo un vostro intervento al fine di garantire l’agibilità politica di tutte le componenti del Municipio della Bassa Val Bisagno. Antonio Bruno Capogruppo Federazione della Sinistra Nuova delibera sull'impiantistica del ciclo dei rifiuti: gli obiettivi di legge sono ben lontani!22/7/2015
Question time al Consiglio Comunale Genova 21 luglio 2015
5 giorni fa una persona di sessantasei anni si è lanciato dalla finestra di una casa popolare nella quale viveva da cinquanta anni. Da tempo gli avevano staccato le utenze. E quella mattina sarebbe stato sfrattato. Questo nostro concittadino era solo. Senza soldi. Un mese fa, a Staglieno, una storia simile: un disoccupato si era impiccato nella casa nel giorno in cui anche a lui avrebbero notificato lo sfratto. La Regione Liguria ha approvato una legge, e il consiglio comunale di Genova lo sta recependo, in cui si inasprisce la lotta ai morosi. Tranne poi cercare di riparare con la morosità incolpevole. L’assessore comunale al Sociale Emanuela Fracassi ha previsto un fondo di solidarietà da 671 mila euro, per cui sarà possibile fare richiesta fino al 31 ottobre 2015. E' evidente che questo non basta, il sistema non funziona. Perché se i suicidi di Sestri e Staglieno fossero stati ricchi che si fingevano poveri, allora andavano curati dalla salute mentale. In caso contrario erano morosi incolpevoli e non andavano sfrattati. Sono questi gli effetti della sottomissione alla logica della finanza e della tecnocrazia. Infine chiedo 1) quali impegni hanno fatto seguito all'ordine del gfiorno approvato dal CC il 30 settembre 2014, che impegnava la Giunta ad intervenire presso le aziende partecipate per un piano di intervento straordinario di interventi miranti ad un piano straordinario anche in relazione dell'edilizia abitativa pubblica 2) come intende SPIM, proprietaria dell'alloggio di Sestri dove si è consumato il tragico avvenimento, utilizzare gli alloggi di cui ancora dispone -una volta tornati liberi-per mitigare il disagio abitativo, senza ridursi soltanto ad un ruolo di intermediazione e di svendita dei propri alloggi 3) quali verifiche sulla reale situazione economica degli inquilini di alloggi pubblici (compresi quelli di SPIM, oltrechè quelli di ARTE e Comune) vengono assunte prima di effettuare sfratti; non bastando la dichiarazione (un pò pilatesca) che quelli non si erano rivolti ai Servizi Sociale, giacchè è noto che spesso -chi precipita in una condizione di miseria- vive la cosa con vergogna e non sempre è disposto a rivolgersi all'Ente Pubblico per chiedere aiuto 4) quali iniziative vuole assumere il Comune rispetto alla vergogna di 20.000 alloggi di privati vuoti in città. Insieme ai movimenti sociali che si sono incontrati in Bolivia con Jose' Bergoglio "Respingiamo gli sgomberi forzati .. qualsiasi tipo di persecuzione giudiziaria contro chi lotta per una casa per la sua famiglia, perché riteniamo che l'abitazione sia un diritto umano fondamentale che deve avere carattere universale. Esigiamo politiche pubbliche partecipative che garantiscano il diritto alla casa" Leggiamo sulla stampa il pressing dei poteri forti per fondere Amiu nella Multiutility Iren. La motivazione sarebbe la necessità dell'azienda che gestisce i rifiuti a Genova di finanziamenti per l'impiantistica (compostaggi, biodigestiori, separatori secco umido etc) e per la messa in sicurezza della discarica di scarpino.
Nobile intento se non fosse che proviene da chi in questi anni ha gestito il ciclo dei rifiuti in modo da condannarci a pagare quasi 3 milioni di euro per la bassa raccolta differenziata e a trovarci impreparati di fronte alla prevedibile chiusura di Scarpino. Sorge un dubbio è Iren che deve salvare Amiu o è l'ingresso della multiutility nel ciclo dei rifiuti genovese che permette di ammortizzare scelte sbagliate del passato (inceneritori di Torino e Parma quasi vuoti e rigassificatore di Livorno)? Siamo di fronte a un triste deja vu: per abbindolare sindacati e opinione pubblica qualcuno propone di vendere solo il 49 % delle azioni di Amiu, come se la stessa esperienza di Iren (i comuni al 51%) non avesse insegnato che fondi speculativi e banche espropriano cittadini e consigli anche con una percentuale non maggioritaria. Tanto è vero che spesso Doria invita alla cautela nel criticare Iren perché potrebbe causare un abbassamento del titolo. Ci fosse una maggioranza che avesse a cuore i bisogni di cittadini e lavoratori, cercherebbe fondi in Europa, pretenderebbe che lo stato provvedesse alla bonifica di Scarpino, non cederebbe la gestione dei rifiuti a fondi basati alle isole Caiman e alle banche onnivore. Carta di Santa Cruz ,
Documento finale dell'incontro mondiale dei movimenti sociali con Papa Francesco in Bolivia (Santa cruz de la sierra,7/8/9 luglio 2015) Dopo tre giorni di discussioni, l'incontro Mondiale del Movimenti Popolari ha elaborato il suo documento finale. Hanno partecipato all'evento circa 1500 persone di organizzazioni di 40 paesi. Gli assi dei dibattiti avvenuti tra 7 e 9 luglio sono stati: Terra, Casa e Lavoro. Sintesi di papa Francesco dei diritti fondamentali per i quali i movimenti sociali devono lottare. Francesco ha partecipato all'incontro giovedi 9 luglio. Nel suo discorso ai partecipanti ha chiesto perseveranza nell'impegno di lotta per cambiamenti strutturali e ha affermato che sono urgenti trasformazioni profonde. E' stata la seconda volta che il Papa ha incontrato i movimenti popolari (la prima è stata nell'ottobre 2014, in Vaticano). Le risoluzioni finali dell'Incontro, definite Carta di Santa Cruz, sostengono nella stessa linea di Francesco il superamento di un "modello sociale, politico, economico e culturale in cui mercato e denaro si sono convertiti nei regolatori delle relazioni umane a tutti i livelli". Oltre a questo, la Carta affronta la preoccupazione per il degrado ambientale. Carta de Santa Cruz Le organizzazioni sociali riunite nel Secondo Incontro Mondiale dei Movimenti Popolari, a Santa Cruz de la Sierra, in Bolivia, nei giorni 7-8-9 luglio 2015, concordano con il Papa Francesco sul fatto che le problematiche sociale e ambientale emergono come due facce della medesima moneta. Un sistema incapace di garantire terra, casa e lavoro per tutti, che mina la pace tra le persone e mette a rischio la stessa sopravvivenza della Madre Terra, non può continuare a gestire il destino del pianeta. Dobbiamo superare un modello sociale, politico, economico e culturale in cui il mercato e il denaro si sono convertiti nei regolatori delle relazioni umane a tutti i livelli. Il nostro grido, il grido dei più esclusi e marginalizzati, obbliga i potenti a comprendere che non si può continuare così. I poveri del mondo si sono sollevati contro l'esclusione sociale che soffrono quotidianamente. Non vogliamo sfruttare, né essere sfruttati. Non vogliamo escludere né essere esclusi. Vogliamo costruire un modo di vita nel quale la dignità innalzi sopra tutte le cose. Per questo ci impegniamo a: 1. Stimolare e approfondire il processo del cambiamento. Riaffermiamo il nostro impegno nei processi di trasformazione e liberazione come risultato dell'azione dei popoli organizzati che, a partire dalle loro memorie collettive prendono la storia nelle loro mani e decidono di trasformarla per dar vita alle speranze e alle utopie che ci chiamano a rivoluzionare le strutture più profonde di oppressione, dominazione, colonizzazione e sfruttamento. 2 Vivere bene, in armonia con la Madre Terra Continueremo a lottare per difendere e proteggere la Madre Terra, promuovendo l' "ecologia integrale" di cui parla il papa. Siamo fedeli alla filosofia ancestrale del "Ben vivere", nuovo ordine di vita che propone armonia e equilibrio nelle relazioni tra gli esseri umani e tra questi e la natura. La terra ci appartiene e noi apparteniamo alla terra. Dobbiamo occuparcene e lavorarla a beneficio di tutti. Vogliamo leggi ambientali in tutti i paesi, in funzione della cura de beni comuni. Esigiamo la riparazione storica e una demarcazione giuridica che garantisca i diritti dei popoli indigeni a livello nazionale e internazionale promuovendo un dialogo sincero per superare i diversi e molteplici conflitti che attraversano i popoli indigeni, nativi, contadini e afrodiscendenti. 3. Sostenere un lavoro dignitoso Noi ci impegniamo a lottare a difesa del lavoro come diritto umano. Per la creazione di fonti di lavoro dignitoso, per la progettazione e realizzazione di politiche che restituiscano a tutti i diritti del lavoro eliminati dal capitalismo neoliberista, come il sistema di sicurezza sociale, le pensioni e il diritto di sindacalizzazione. Respingiamo la precarizzazione, la terziarizzazione e vogliamo che si superi il lavoro informale con l'inclusione, e che non siano mai utilizzati persecuzione e repressione. Sosteniamo anche la causa dei migranti, delle persone costrette a spostarsi, dei rifugiati. Chiediamo con forza ai governi dei paesi ricchi che deroghino da tutte le norme che prevedono trattamenti discriminatori contro di loro e che vengano stabilite forme di regolarizzazione che eliminino il lavoro schiavo, il traffico di esseri umani e lo sfruttamento del bambini. Spingeremo verso forme alternative di economia, tanto in aree urbane che in zone rurali. Vogliamo un'economia popolare e sociale comunitaria che protegga la vita delle comunità e che la solidarietà prevalga sul profitto. Per questo è necessario che i governi sostengano gli sforzi che provengono dalle basi sociali. 4. Migliorare i nostri quartieri e costruire abitazioni dignitose Denunciamo la speculazione e la mercantilizzazione dei terreni e dei beni urbani. Respingiamo gli sgomberi forzati, l'esodo e la crescita degli agglomerati marginalizzati. Respingiamo qualsiasi tipo di persecuzione giudiziaria contro chi lotta per una casa per la sua famiglia, perché riteniamo che l'abitazione sia un diritto umano fondamentale che deve avere carattere universale. Esigiamo politiche pubbliche partecipative che garantiscano il diritto alla casa, all'integrazione urbana dei quartieri marginalizzati e l'accesso integrale all'habitat per edificare case con sicurezza e dignità. 5. Difendere la Terra e la sovranità alimentare Vogliamo la riforma agraria integrale per distribuire la terra in modo giusto e equo. Richiamiamo l'attenzione dei popoli verso la nascita di nuove forme di accumulazione e speculazione su terra e territorio, trattati come merci, legati all'agrobusiness che promuove la monocultura distruggendo la biodiversità, consumando e contaminando l'acqua, facendo spostare popolazioni contadine e utilizzando veleni agricoli che contaminano gli alimenti. Riaffermiamo la nostra lotta per l'eliminazione definitiva della fame, per la difesa della sovranità alimentare e per la produzione di alimenti sani. Rifiutiamo con forza la proprietà privata dei semi da parte dei grandi gruppi industriali, così come l'introduzione di prodotti transgenici, che sostituisco quelli nativi, poiché distruggono la riproduzione della vita e della biodiversità, creano dipendenza alimentare e causano effetti irreversibili sulla salute degli essere umani e sull'ambiente. In questo senso riaffermiamo la difesa delle conoscenze tradizionali dei popoli indigeni in relazione all'agricoltura sostenibile. 6. Costruire la pace e la cultura dell'incontro. Ci impegniamo, a partire dalla vocazione pacifica dei nostri popoli, a intensificare le azioni collettive che garantiscano la pace tra tutte le persone, i popoli, le religioni, le etnie e le culture. Riaffermiamo la pluralità delle nostre identità culturali e tradizionali che devono convivere armoniosamente senza che alcune si sovrappongano sulle altre. Noi ci leviamo contro la discriminazione della nostra lotta, perché stanno criminalizzando i nostri costumi. Condanniamo qualsiasi tipo di aggressione militare e ci mobilitiamo perché cessino immediatamente tutte le guerre e le azioni destabilizzatrici o i colpi di Stato che attentano alla democrazia e alla volontà dei popoli liberi. Rifiutiamo l'imperialismo e le nuove forme di colonialismo, militari, finanziarie o mediatiche. Ci pronunciamo contro l'impunità dei potenti e a favore della libertà dei lottatori sociali. 7. Combattere la discriminazione Noi ci impegniamo a lottare contro qualsiasi forma di discriminazione tra esseri umani, sia per differenze etniche, colore della pelle, genere, origine, età, religione o orientamento sessuale. Tutte e tutti, donne e uomini dobbiamo avere gli stessi diritti. Condanniamo il maschilismo, qualsiasi forma di violenza contro la donna, in particolare il femminicidio e gridiamo: Non una di meno! 8. Promuovere la libertà di espressione Promuoviamo lo sviluppo dei mezzi di comunicazione alternativi, popolari e comunitari, di fronte all'avanzare dei monopoli mediatici che nascondono la verità. L'accesso all'informazione e alla libertà di espressione sono diritti dei popoli e fondamento di qualsiasi società che si pretenda democratica, libera e sovrana. La protesta è una forma legittima di espressione popolare. E' un diritto e quelli che lo esercitano non devono essere perseguitati. 9. Mettere scienza e tecnologia a servizio dei popoli Ci impegniamo a lottare perché scienza e conoscenze siano utilizzate a servizio del benessere dei popoli. La scienza e la conoscenza sono conquiste di tutta l'umanità e non possono essere a servizio del profitto, dello sfruttamento, della manipolazione o dell'accumulazione di ricchezze da parte di alcuni gruppi. Vogliamo che le università si riempiano di gente e le conoscenze siano orientate a risolvere i problemi strutturali più che a generare ricchezze per le grandi corporation. Vogliamo denunciare e controllare le multinazionali farmaceutiche che, da un lato lucrano espropriando conoscenze millenarie dei popoli nativi e dall'altro speculano e generano profitti sulla salute di milioni di persone, mettendo gli affari prima della vita. 10. Respingiamo il consumismo e sosteniamo la solidarietà come progetto di vita. Sosteniamo la solidarietà come progetto di vita personale e collettiva. Ci impegniamo a lottare contro l'individualismo, l'ambizione, l'invidia e l'avidità che si annidano nella nostra società e spesso in noi stessi. Lavoreremo instancabilmente per sradicare il consumismo e la cultura dello spreco. Continueremo a lavorare per costruire ponti tra i popoli che ci permettano di abbattere i muri dell'esclusione e dello sfruttamento. La maggioranza di centro sinistra del Comune di Genova vuole permettere l'apertura di una Grande Struttura Vendita Generi Alimentari con S.N.V. mq. 2654 (di cui 70 non alimentari).
Approvando in anticipo al Puc questa delibera si ottengono da Sogegross 800.000 euro che probabilmente verranno impiegati per il muraglione che è venuto giù in corso Perrone. Ovviamente tutto in contraddizione con gli obiettivi del sindaco del 2012 contrario a nuovi supermercati e alle politiche della Lista Doria che vorrebbero favorire chilometro zero e negozi di prossimità.
Come cambia la città: controdeduzioni alle ultime osservazioni al Piano Urbanistico Comunale7/7/2015
|
Link Different
Archives
January 2024
Categories
All
|