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IREN impone a Giunta Doria l'eliminazione del piano industriale virtuoso del Conai

28/3/2017

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Nonostante questo, la nuova delibera proposta contiene nuovamente questa violazione degli obiettivi di legge.
Infatti, a pagina 19 del Piano Industriale allegato alla delibera, Iren prevede il raggiungimento del 54% nel 2020 !!!
Qualche riga prima si afferma di voler garantire "il riciclo del 65 % dei rifiuti".
Si fa volutamente confusione: la quota del 65 % di riciclo si raggiunge aggiungendo al 54 % di Raccolta Differenziata la produzione di CSS (Combustibile Solido Secondario) per avviarlo all'incenerimento!!
Questo è in aperto contrasto con il Piano Metropolitano dei Rifiuti e il Piano Industriale votato in precedenza dal Consiglio Comunale di Genova!

Il porta a porta rimane residuale.
L'impianto di trattamento dell'organico non potrà produrre compost di qualità, senza la raccolta domiciliare, perchè la raccolta stradale non può che produrre organico contenente molte impurità.

IREN vuole il CSS per alimentare i propri inceneritori di Torino e Parma, semivuoti per l'aumento di RD e la diminuzione dei rifiuti.
In questo modo i genovesi pagheranno sia i costi di trasporto sia quelli di smaltimento.

Il CSS, non viene venduto ma ceduto (smaltito), in alcuni casi gratis, in altri pagando una tariffa da 30 a 60 €/t, a centrali a carbone in Liguria, a cementifici in Piemonte, a inceneritori.

Esiste un’alternativa: il recupero di materia seconda da vendere e riciclare (FABBRICA DEI MATERIALI), con attrezzature per la selezione meccanica; in seguito, all'aumento della RD, la selezione separerà plastica, carta, vetro, metalli.
Solo aumentando la RD, si minimizza il ricorso alla discarica, creando molti nuovi posti di lavoro nel riciclo (200 nuovi posti di lavoro nel piano votato dal Consiglio Comunale e superato da Iren).


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CONVEGNO: AGGREGAZIONE AMIU - IREN, LE ALTERNATIVE ESISTONO....

22/3/2017

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Ciao a tutti, il GCR si è attivato molto sul territorio genovese e con diverse realtà politiche locali per combattere l'idea della Giunta Comunale che vuole aggregare AMIU con IREN.

Il GCR ha, tra le altre attività, diffuso il testo di cui all'allegato per contrastare la delibera e proporre altre vie per permettere ad AMIU di dotarsi degli indispensabili impianti per raggiungere le prestazioni previste dal piano di Città Metropolitana. Vie alternative che passano anche attraverso finanziamenti della Banca Europea o sistemi di tipo ESCO o altre forme di finanziamento attivabili per permettere alle aziende che di mestiere progettano, finanziano, costruiscono, gestiscono impianti di questo tipo in affiancamento alle aziende comunali. Il percorso porterebbe, attraverso l'affiancamento continuo di personale variamente qualificato di AMIU, un incremento di competenze da rendere, un domani, AMIU autonoma.

Tutto ciò premesso è stato organizzato un incontro pubblico in cui il GCR Ligure metterà a confronto le aziende del settore impiantistico con i dubbi dei Consiglieri Comunali.
L'incontro si terrà:
 
A PALAZZO DUCALE DI GENOVA, SALA DELL'ASSOCIAZIONE STORIA E PATRIA (entrando da De Ferrari la prima a destra) GIOVEDI' 23 A PARTIRE DALLE ORE 17. 

Sono invitati cittadini, Consiglieri Comunali e rappresentanti di diverse aziende impegnate in questo settore. 
Al momento le adesioni delle aziende sono:
P&W di Genova, progettazione di differenti impianti di trattamento dell'umido.

ENTSORGA di Tortona progettazione e realizzazione di impianti di compostaggio

 
in forse:

LADURNER, specializzata in bio-digestori con compostaggio e trattamenti meccanico biologici degli scarti tal quale.

 
VI LASCIO CON QUANTO SCRITTO DA ENZO FAVOINO CHE SEMBRA MOLTO CENTRARE LO SPIRITO DELL'INIZIATIVA:
 
"Questione Convegno - di sicuro proposta che è utile a stimolare iniziative e riflessioni.

 

Senza pretesa di influenzare le vostre decisioni, ma come contributo alle stesse, io suggerirei, come opzione "tattica", di chiamare più aziende (incluse quelle che propongono tecnologie di compostaggio, visto che comunque ci dovrà essere la sezione di maturazione aerobica del digestato, e che le "onde sonore" prodotte dal convegno potrebbero stimolare anche l'iniziativa sul Tigullio, ove è previsto l'altro intervento di Piano per la valorizzazione dell'organico) 2-3 aziende sono sufficienti ad allontanare sospetti di collateralismo. 
Inoltre:
condivido che la finanza di progetto è uno strumento eccezionale per la realizzazione degli interventi (il principale merito, a mio avviso, non è tanto che un privato anticipa i capitali, che pure è importante - ma non essenziale per quanto scrivo di seguito - quanto il fatto che in questo caso chi fa la progettazione esecutiva è lo stesso che costruisce e che gestisce, e questo evita la situazione che purtroppo spesso ci troviamo ad affrontare in caso di criticità operative: ovvero, il rimpallo delle responsabilità tra tali 3 figure, se distinte, come nel caso degli appalti di sola costruzione). 
Dunque, la finanza di progetto è strumento eccezionale, dicevo, per quanto sopra.
Non è invece l'unico strumento per affrontare gli investimenti. Perché sinora parlando di "finanziamenti" abbiamo parlato essenzialmente di quelli "a fondo perso" (Fondi UE o Regionali con contributi in conto capitale). Ma con un Piano Industriale coerente con l'evoluzione prevista (ed IMPOSTA!) dalla evoluzione delle strategie locali ed Europee, non c'è a mio avviso alcun problema a richiedere fidi bancari - alle banche nazionali o alla BEI (Banca Europea degli Investimenti) che ora viene costretta dalla Commissione a non finanziare più gli inceneritori e le discariche, e dare priorità a compostaggio e riciclo (tanto che 2 anni fa ci commissionò uno studio sulle condizioni di profittabilità degli investimenti in tali settori, ed AMIU era individuato come uno dei potenziali destinatari di fidi, proprio perché in una Città ed in una Regione in cui tali impianti ancora mancano...).
Tali finanziamenti non sarebbero "a fondo perso", vanno restituiti, e il relativo ammortamento entrerebbe (come pure nel caso della finanza di progetto, in cui analogamente il privato richiede fidi alle banche per affrontare l'investimento) nel costo industriale di esercizio dell' impianto e dunque negli Euro/t della tariffa praticata al cancello, ma questa sarebbe comunque inferiore (LARGAMENTE inferiore) a quanto oggi i Liguri sono costretti a pagare per conferire l'organico fuori Regione... I costi industriali "fisiologici" per compostaggio e digestione oggi nel Nord Italia sono dell'ordine di 80-90 Euro/t per l'umido, 30-40 per il verde, mentre Genova attualmente paga 110-120 Euro/t per l'ospitalità in impianti fuori regione...
 
Dunque, gli strumenti finanziari ci sono, e sono accessibili - ed il quadro di riferimento costituito da Piano della Città Metropolitana, Piano Regionale, LR 20 e DLgs 152 è più che solido per garantire il ritorno di tali investimenti".

ciao a tutti Giggio

 

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PIANO DI EMERGENZA PER GLI OLEODOTTI

15/3/2017

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Piani di Emergenza Esterna, Comune in pressing per comprendere oleodotti. Piano per predisporre allarmi esterni.

Passa in Consiglio comunale l'impegnativa per attivarsi al fine di predisporre dei Piani di emergenza anche per gli oleodotti e sistemi di allarme per la popolazione.

Fegino.Iplom2 Un Piano di Emergenza per gli oleodotti che attraversano il territorio comunale, e predisporre un sistema di allarme per avvertire la popolazione in caso di incidenti industriali con possibili ricadute sull’esterno. Questo è l’impegno che Comune di Genova ha preso, votando la mozione presentata da Antonio Bruno e Gian Piero Pastorino, di Federazione della Sinistra.

Il documento, votato all’unanimità dal Consiglio comunale, risponde a quelle che sono le principali esigenze di sicurezza emerse dopo l’incidente di Fegino dell’aprile scorso, quando la rottura di una tubazione dell’oleodotto Iplom riverso migliaia di litri di greggio nel Polcevera. Stando al testo, il Comune di Genova dovrà attivarsi affinchè sia emesso un Piano di Emergenza per gli oleodotti, soprattutto nelle zone vicine agli abitati. Ma non solo: il testo prevede che venga predisposto un piano per “far conoscere alla popolazione gli allarmi esterni”.

L’impianto di Fegino, come evidenziato dai documenti resi pubblici dalla Prefettura, è circondato da case, pre-esistenti all’impianto stesso: molte case sono all’interno della cosiddetta “zona rossa”, cioè quella area potenzialmente ad alto rischio in caso di incidente. La mozione approvata oggi vincola l’amministrazione comunale ad effettuare controlli per verificare le condizioni di sicurezza all’interno di queste abitazioni.

Il documento arriva mentre Prefettura, enti locali e organi di sicurezza sono al lavoro per predisporre i Piani di Emergenza Esterna aggiornati, colmando quindi una grossa lacuna della sicurezza cittadina.

Nicola Giordanella Era Superba


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DIFFERENZIAMOCI: No alla privatizzazione di AMIU

13/3/2017

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APPALTO DEL SERVIZIO DI RISTORAZIONE SCOLASTICA

10/3/2017

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Vi allego il verbale di riapertura della gara a procedura aperta per il conferimento in appalto del servizio di ristorazione scolastica a ridotto impatto ambientale relativo alle zone: Media val Bisagno - Bassa Val Bisagno - Medio Ponente - Ponente. 

                 Antonio Bruno




verbale_seduta_pubblica_del_14.02.2017.pdf
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A PROPOSITO DELL'IMPIANTO IPLOM DI GENOVA - FEGINO...

10/3/2017

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Nella seduta di Consiglio Comunale di martedì 14 marzo p.v. verrà discussa la Mozione che abbiamo presentato insieme al consigliere Gian Piero Pastorino sull'impianto IPLOM di Genova Fegino.
Ecco il testo della Mozione:  
 
Il Consiglio Comunale, 
premesso che nella zona di Fegino è presente un impianto IPLOM il cui piano di evacuazione elaborato dalla Prefettura di Genova (ivi allegato) prevede due Zone: 
- Rossa (immediatamente adiacente allo stabilimento, caratterizzata da una ricaduta di effetti nocivi comportanti una elevata letalità anche a persone mediamente sane), che coinvolge circa 300 abitanti e un plesso scolastico - asilo e scuole medie inferiori; 
- Arancione (caratterizzata da possibili danni, anche gravi ed irreversibili, per persone mediamente sane che non assumono le corrette misure di auto-protezione e da danni anche letali per le persone più vulnerabili (bambini sotto i 15 anni e anziani sopra i 65, malati, donne in gravidanza ..) che coinvolge altre centinaia di persone e attività commerciali; 
 
                                      impegna Sindaco e Giunta a 
  
- intervenire presso tutte le sedi competenti per avviare un processo di riconversione e bonifica dell'area con attività che non comportino esuberi lavorativi; 
- valutare le iniziative di competenza del Sindaco in quanto responsabile della Situazione Sanitaria del Comune; 
                                                nel transitorio:
 
 1.  attivarsi perché sia emesso un piano di emergenza dedicato per gli oleodotti in prossimità delle abitazioni, visto che il Piano Emergenza Esterno non considera gli oleodotti, la cui presenza come dimostrato negli ultimi mesi, al contrario, è pericolosa; 
 2.  Verificare l’attivazione del decreto 200 del 29.09.2016, che disciplina le modalità con le quali il pubblico interessato debba essere coinvolto nelle fasi di elaborazione del PEE per le industrie e attività soggette alla normativa Seveso III (decreto in vigore dal 18.11.2016), applicandolo ai procedimenti di approvazione – aggiornamento - revisione dei PEE in corso anche se iniziati prima; 
 3.  Controllare urbanizzazione Seveso II Seveso III per determinare elementi territoriali e ambientali vulnerabili (Il RIR del Comune di Genova individua come scenario probabile del deposito quello dell’incendio non prendendo in considerazione l'oleodotto) e verificare che venga preso in considerazione anche l’eventuale effetto domino; 
 4.  Predisporre un piano per far conoscere alla popolazione gli allarmi esterni; 
 5.  Approntare le norme per azzerare le emissioni odorigene, indipendentemente dai valori che potrebbero essere rilevati dalle centraline (vedi sentenza della Corte di Cassazione Sez 3, num. 12019 del 10.02.2015);   
 6.  Verificare le condizioni di sicurezza all'interno degli appartamenti coinvolti nella Zona Rossa.
 
                                                                       I consiglieri comunali
 
                                                                              Antonio Bruno
                                                                         Gian Piero Pastorino

                                                                                           
 
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A proposito dell'ipotesi di dismettere il sito "Ex AMGA" di Prà-Palmaro ............ 

6/3/2017

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Visto che IREN stà valutando di chiudere il sito "Ex AMGA" di Genova Prà-Palmaro, ho chiesto spiegazioni durante la seduta di Consiglio Comunale con un Art.54 all'Assessore competente, Italo Porcile e questa che allego è la sua risposta...........
75881_risposta_art_54_bruno_su_aree_prà_palmaro.pdf
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STOP ALLE BOMBE NUCLEARI IN ITALIA

2/3/2017

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Mozione presentata in data odierna da me e dal consigliere Gian Piero Pastorino in merito al rispetto del Trattato di non proliferazione nucleare.
mozione_su_rispetto_del_trattato_di_non_proliferazione_nucleare.pdf
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