Ecco il testo della Mozione:
Il Consiglio Comunale,
premesso che nella zona di Fegino è presente un impianto IPLOM il cui piano di evacuazione elaborato dalla Prefettura di Genova (ivi allegato) prevede due Zone:
- Rossa (immediatamente adiacente allo stabilimento, caratterizzata da una ricaduta di effetti nocivi comportanti una elevata letalità anche a persone mediamente sane), che coinvolge circa 300 abitanti e un plesso scolastico - asilo e scuole medie inferiori;
- Arancione (caratterizzata da possibili danni, anche gravi ed irreversibili, per persone mediamente sane che non assumono le corrette misure di auto-protezione e da danni anche letali per le persone più vulnerabili (bambini sotto i 15 anni e anziani sopra i 65, malati, donne in gravidanza ..) che coinvolge altre centinaia di persone e attività commerciali;
impegna Sindaco e Giunta a
- intervenire presso tutte le sedi competenti per avviare un processo di riconversione e bonifica dell'area con attività che non comportino esuberi lavorativi;
- valutare le iniziative di competenza del Sindaco in quanto responsabile della Situazione Sanitaria del Comune;
nel transitorio:
1. attivarsi perché sia emesso un piano di emergenza dedicato per gli oleodotti in prossimità delle abitazioni, visto che il Piano Emergenza Esterno non considera gli oleodotti, la cui presenza come dimostrato negli ultimi mesi, al contrario, è pericolosa;
2. Verificare l’attivazione del decreto 200 del 29.09.2016, che disciplina le modalità con le quali il pubblico interessato debba essere coinvolto nelle fasi di elaborazione del PEE per le industrie e attività soggette alla normativa Seveso III (decreto in vigore dal 18.11.2016), applicandolo ai procedimenti di approvazione – aggiornamento - revisione dei PEE in corso anche se iniziati prima;
3. Controllare urbanizzazione Seveso II Seveso III per determinare elementi territoriali e ambientali vulnerabili (Il RIR del Comune di Genova individua come scenario probabile del deposito quello dell’incendio non prendendo in considerazione l'oleodotto) e verificare che venga preso in considerazione anche l’eventuale effetto domino;
4. Predisporre un piano per far conoscere alla popolazione gli allarmi esterni;
5. Approntare le norme per azzerare le emissioni odorigene, indipendentemente dai valori che potrebbero essere rilevati dalle centraline (vedi sentenza della Corte di Cassazione Sez 3, num. 12019 del 10.02.2015);
6. Verificare le condizioni di sicurezza all'interno degli appartamenti coinvolti nella Zona Rossa.
I consiglieri comunali
Antonio Bruno
Gian Piero Pastorino