IL Governo Renzi dichiara che l'accordo di programma per Cornigliano è valido fino all'estate di questo anno. Si comprendono meglio le dichiarazioni ondivaghe del centro sinistra genovese e la chiusura di Palazzo Tursi ai manifestanti. Nel 2005 l'altoforno di Cornigliano fu chiuso con un accordo di programma che garantiva reddito e lavoro ai lavoratori siderurgici dello stabilimento. Nel frattempo le aree liberate non sono state occupate da attività produttive. Il Governo, dopo una temporanea presa in carico degli stabilimenti del gruppo Riva sotto inchiesta per i gravissimi inquinamenti e attacchi alla salute della popolazione di Taranto, ha deciso di vendere o affittare gli impianti. E' evidente che per le multinazionali i livelli di occupazione e reddito (ma anche la produzione compatibile con salute e ambiente) sono incompatibili con i loro obiettivi di profitto. La capogruppo regionale del Pd Raffaella Paita dice che bisogna guardare al futuro e che il mondo dal 2005 è cambiato. Se il futuro porta disoccupazione e precarietà, questo non lo vogliamo e lo combattiamo. Invece, il futuro che vogliamo è quello di una politica industriale del Paese che garantisca lavoro, salute e dignità. Se è impossibile o troppo costoso compatibilizzare gli impianti di Taranto, si proceda a processi di riconversione produttiva. I settori non mancano a partire da quelli dell'efficienza energetica, del risanamento idrogeologico e della produzione pulita di energia. Ma questo si può fare solo abbandonando i processi di privatizzazione e costruendo una grande alleanza tra lavoro e salute. |
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