Marco Fusi il 16 marzo 2016 si trovava nei pressi della stazione ferroviaria di Bordighera. Per ingannare l'attesa del treno decide di improvvisare un concerto nel sottopassaggio della stessa stazione: a seguito di ciò un vigile urbano che si trovava a passare di là gli commina una multa di 2064 euro, a seguito di una violazione di un Regio decreto del 1931 che prevede l'iscrizione ad un apposito registro per potersi esibire in strada. Il giorno dopo il Sindaco e il comandante della Polizia Urbana indicono una conferenza stampa ammettendo che quel regio decreto non è più in vigore: quindi modificano i contenuti della stessa alzando la sanzione a 5000 euro contestando i reati di accattonaggio e vendita illegale di materiale audiovisivo. Fusi controreplica affermando di essere in grado di riportare la testimonianza di due giornalisti locali che per caso hanno assistito alla scena che dimostrano la totale infondatezza delle accuse. E’ evidente che ci troviamo di fronte ad un atteggiamento paranoico di un’Amministrazione di centro destra, in piena linea con le crociate contro immigrati e poveri in genere. Inoltre sono violate (oltre il buon senso) la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo (che all'art. 19 recita “Ogni individuo ha il diritto alla libertà di espressione; tale diritto comprende la libertà di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee di ogni genere, senza riguardo a frontiere, oralmente, per iscritto, attraverso la stampa, in forma artistica o attraverso qualsiasi altro mezzo di sua scelta), dell'art. 10 CEDU e dell'art. 11 della carta di Nizza che in maniera analoga regolano il diritto alla libera espressione. Esprimo la mia più convinta solidarietà con Marco Fusi e la preoccupazione che l’ondata securitaria di lega e centro destra conduca a provvedimenti che oscillano tra sadismo e dissociazione delle capacità cognitive. Antonio Bruno |
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Partito Democratico, Lista Doria (tranne Nicolella), Sel, Centro Ddestra hanno bocciato la proposta avanzata da diversi gruppi politici di istituire una commissione di inchiesta sulla Fiera Internazionale di Genova, di cui si prevede la liquidazione a causa di politiche miopi che hanno puntato tutto su una esposizione (Salone Nautico).
E' un atto incomprensibile. Chi non ha niente da nascondere dovrebbe permettere tutte le inchieste e tutti gli approfondimenti. La liquidazione della Fiera Internazionale di Genova è l'ultimo capitolo di una politica fallimentare tutta concentrata su progetti di corto respiro.
E' dal secolo scorso che, dopo la cancellazione della Mostra Navale Bellica, avevamo chiesto che la Fiera non si rinchiudesse nella monocoltura del Salone Nautico ma si aprisse e si diversificasse per diventare meno fragile. Invece questo sistema politico finanziario ha preferito dormire sui profitti del Nautico, progettando irrazionali espansioni fino al famigerato Padiglione Blu e implodendo con l'esplosione delle bolle immobiliari e speculative. In particolare il potere per la costruzione del nuovo padiglione B nel 2005 ha scelto il progetto di Jean Nouvel contro il parere dei vertici e della commissione tecnica interna Fiera che lo giudicavano poco funzionale e troppo costoso. E che dire dell'ultimo colpo al piano industriale di rilancio della Fiera con l'Autorità Portuale che, d'accordo il Sindaco di Genova, nonostante oltre sei milioni di euro per la Nuova Darsena, non ha mai concesso alla Fiera stessa l’area se non per alcuni brevi periodi (con canoni non paragonabili a quelli applicati ad altri concessionari) e per i soli 45 gg all’anno necessari per il Salone Nautico. «Ho portato a termine – spiegò la dimissionaria presidente Armella nel luglio scorso - il compito che mi era stato assegnato: riorganizzare l’azienda e le partecipate, con una riduzione sensibile dei costi e dell’esposizione debitoria, mantenere tutte le manifestazioni a calendario, inserendone di nuove, assicurare il proseguimento del Salone Nautico, riportare un equilibrio sostanziale nella gestione e una definizione degli assetti patrimoniali e degli investimenti, ridisegnare l’ambito del quartiere fieristico, lasciando spazio a nuove destinazioni e opportunità di lavoro». Il nuovo presidente Ariel Dello Strologo assunse l'incarico con qualche speranza di risanamento, ma a fine anno ha dichiarato la situazione insostenibile e oggi si propone la creazione di una nuova società con un numero di dipendenti molto ridotto. Nel frattempo la collettività (il bilancio del Comune di Genova) si accolla oneri milionari per acquistare immobili dagli oneri manutentivi costosissimi. Il tutto di fornte al silenzio assordante di Regione e Camera di Commercio che hanno un atteggiamento molto prossimo a quello del gatto con i topi. Ma quello che più fa male è non capire perchè succede tutto questo e chi ci sia dietro, quali gruppi politici finanziari stiano per acquisire le aree e procedere e speculazioni (pardon valorizzazione come si dice nella Seconda Repubblica) immobiliari. I dipendenti (qualcuno in questa aula li ha definiti privilegiati, forse, ma privilegiati o no dei disoccupati o dei precari rimangono disoccupati e precari) dichiarano: "Non vogliamo essere dei pesi morti. Abbiamo bisogno di lavorare e vogliamo farlo per lo sviluppo della nostra Città". Una politica umana e lungimirante, prima ancora che di sinistra non dovrebbe fare le spallucce. ORDINE DEL GIORNO APPROVATO ALL’UNANIMITA’ DAL CONSIGLIO COMUNALE NELLA SEDUTA DEL 01 MARZO 2016 OGGETTO: Verità e Giustizia per Giulio Regeni. IL CONSIGLIO COMUNALE Premesso che Il 3 febbraio 2016 presso Giza in Egitto è stato trovato il corpo senza vita di Giulio Regeni, ricercatore e dottorando italiano di 28 anni, scomparso dalla città egiziana il 25 gennaio 2016; Giulio Regeni si trovava in Egitto per compiere degli studi riguardanti il suo corso di dottorato di ricerca in politiche internazionali che stava svolgendo presso l'Università di Cambridge; Considerato che Il 25 gennaio 2016 era il quinto anniversario della rivoluzione di piazza Tahir, rivoluzione che ha portato alla deposizione del presidente Mubarak; Il corpo di Giulio Regeni, come appreso dalla stampa, mostra chiari segni di tortura quali "bruciature di sigarette, un orecchio mutilato, tagli ed ecchimosi ovunque, un colpo alla testa" (da Il Fatto Quotidiano del 5 febbraio 2016), "sette costole rotte, segni di scariche elettriche sui genitali e un’emorragia cerebrale" (da L'Internazionale del 15 febbraio 2016), "sono state strappate le unghie delle dita e dei piedi. Sono state fratturate sistematicamente le falangi, lasciando tuttavia intatti gli arti inferiori e superiori. E' stato mutilato un orecchio" (da La Repubblica dell'8 febbraio 2016); Constatato che Giulio Regeni era specializzato in conflitti e processi di democratizzazione ed era in contatto con oppositori del regime di Al Sisi; Le autorità egiziane hanno fin da subito fornito versioni contrastanti, arrestando persone che poi sono state velocemente rilasciate; Le autorità egiziane hanno scambiato Giulio Regeni per una spia, in quanto qualche giorno prima aveva inviato in Europa dei report riguardanti i suoi studi universitari sui gruppi d'opposizione al regime di Al Sisi, intercettati dai Servizi Egiziani (Repubblica, 15 febbraio 2016; Corriere della Sera, 16 febbraio 2016); IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA A sollecitare il Parlamento e il Governo Italiano affinché si attivino in tutte le sedi internazionali preposte per far luce sulla morte di Giulio Regeni; A inviare questo ordine del giorno ai Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica; A inviare questo ordine del giorno ai Presidenti di più quanti possibili Consigli Comunali d'Italia e a chiedere che venga messo all'Ordine del Giorno e votato. Proponenti: Chessa (SEL); Anzalone (GRUPPO MISTO); Balleari (PDL); Bruno, Pastorino (FEDER.SIN); Caratozzolo (PERCORSO COMUNE); Gioia (UDC); Pandolfo (PD); Pignone (LISTA DORIA); Putti (MOV.5STELLE).
Come era prevedibile la Destra esulta per l'approvazione da parte del Consiglio Comunale di Genova (22 voti a favore: pdl, pd, movimento 5 stelle, lista Doria, Sel, lista Musso e gruppo misto) di una Mozione a firma Marco Doria e Stefano Balleari (Fratelli Italia) che sancisce Genova città dell'inno. Io e il collega Gian Piero Pastorino abbiamo votato contro perchè il segnale politico a favore del nazionalismo era rimasto chiaro, nonostante le modifiche al testo originale. L'inno italiano risente dell'epoca in cui è stato scritto. Oggi siamo convinti, invece, che "il pianeta sia la patria e l'umanità il popolo che deve custodire la casa comune"
La realtà supera la fantasia... e ci fa precipitare in un incubo.
L'inchiesta sullo scandalo della raccolta differenziata a Genova vede coinvolti molti soggetti, alcuni eccellenti, che sarebbero responsabili del non corretto uso della differenziazione dei materiali post consumo, ma anche di vere e proprie truffe ai danni dei contribuenti. E' l'effetto della politica dello scarto, che non considera i materiali elementi da riusare e/o da riciclare, tanto da esternalizzare il servizio di differenziata con gare d'appalto al maggior ribasso, sfruttamento e demotivazione degli operatori coinvolti. Se veramente si vuole cambiare strada bisogna riconvertire AMIU da azienda che raccoglie e smaltisce rifiuti a azienda che raccoglie e valorizza i materiali post consumo. Passare dall'azienda dello scarto a quella della valorizzazione dei materiali. Il riciclo deve diventare centrale (esclusivo), mentre lo smaltimento residuale e pertanto queste funzioni vanno internalizzate, assumendo i lavoratori delle ditte in appalto. Ma non basta. E' necessario abbandonare ogni ipotesi di privatizzazione e trasformare AMIU in azienda speciale, corredata di un sistema di gestione e controllo partecipato dal basso Comune-lavoratori-cittadini. E così si potrà superare la politica dello scarto a favore dell'Economia Circolare che è capace di assorbire ciò che produce, che prevede la riduzione dei consumi e degli sprechi e la promozione e diffusione del riciclaggio. Ogni altra soluzione è fuffa. La Giunta Doria esca dalla melina e faccia scelte precise. |
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