Gentile Sindaco, siamo il Comitato genovese acqua bene comune.
La sua risposta, sul Manifesto di venerdì scorso, all'intervento di Marco Bersani, fa riferimento ai dati di fatto della situazione in cui si trova ad agire come amministratore pubblico.
Non neghiamo affatto che il servizio idrico genovese presenti condizioni diverse e più complicate di altre.
Abbiamo detto e ripetuto che non pretendiamo l'impossibile. Ci aspettiamo però un impegno immediato di questa amministrazione su ciò che è immediatamente possibile. Soprattutto se si tratta di azioni, più che possibili, doverose.
I recenti pronunciamenti del Consiglio di Stato (25 gennaio) e del Tar della Toscana (21 marzo) hanno raso al suolo il muro pseudogiuridico eretto a difesa del profitto nell'acqua e contro la volontà popolare espressa nei referendum.
Consiglio di Stato e Tar della Toscana hanno stabilito inequivocabilmente due cose: dal 21 luglio 2011 le bollette dell'acqua sono illegittime; attraverso i referendum i cittadini hanno deciso che la gestione dell'acqua deve essere affidata a un soggetto che non abbia come scopo il profitto.
Tradotto nella situazione dell'ATO genovese, significa che a oggi sono state prelevate dalle tasche dei cittadini genovesi circa 60 milioni di euro illegalmente ; e che Mediterranea delle Acque non può più fare profitti, né tanto meno distribuire dividendi.
Quindi ci aspettiamo che la sua amministrazione prenda atto di questi fatti e agisca di conseguenza, in tutte le sedi in cui può esercitare la sua influenza.
A ciò si deve aggiungere, per l'impatto che certe situazioni hanno sulle vite delle persone, l'attuazione dell'odg, votato all'unanimità dal consiglio comunale, che impegna la giunta e il sindaco a impedire i distacchi dell'acqua, distacchi effettuati a Genova in grandi quantità, nonostante siano una palese violazione dei diritti umani. E' possibile un'ordinanza anti distacco ai sensi dell art.50 comma 5 del TUEL.
Resta la questione principale: la pubblicizzazione del servizio idrico genovese, che dovrebbe essere un pensiero assillante oggi, per un amministratore pubblico, davanti all'assalto della finanza speculativa ai beni comuni. Chiariamo che per noi il bene comune è il servizio idrico, e se mai l'azienda che lo fa funzionare, con le sue attrezzature e il suo personale, non certo una holding come Iren, una scatola che contiene solo partecipazioni azionarie allo scopo di concentrare in poche mani i poteri decisionali da cui dipendono equilibri di potere e distribuzione di prebende e privilegi.
Ebbene, se c'è molta verità in quello che lei afferma circa le difficoltà di pubblicizzare il servizio idrico genovese, per ragioni contrattuali verso Iren, e per l'insostenibilità della spesa che presumibilmente sarebbe a carico dei comuni, la soluzione può venire solo da un processo partecipativo che capovolga la logica “verticale” della holding multiservizi e che coinvolga la cittadinanza e i lavoratori. La soluzione dovrà tener conto della dubbia legittimità dell'affidamento a Iren (lettera AGCOM 22 luglio 2010), dell'altrettanto dubbia legittimità della vendita degli invasi del Brugneto e Val Noci all'allora AMGA, come dell'andamento degli investimenti di Iren nel SII genovese.
Come trovare i soldi? Con i metodi della vecchia politica non esiste soluzione.
Noi le proponiamo un'azione innovativa: che la giunta approvi una delibera di indirizzo politico verso la pubblicizzazione del SII genovese e con il medesimo atto istituisca un tavolo fatto da ente locale, lavoratori e comitati per l’audit sulla situazione finanziaria e sui rapporti tra Mediterranea delle Acque, Iren e F2i. Sarebbe la prima realizzazione di quegli strumenti di partecipazione su cui lei ha puntato tanto in campagna elettorale, ma che poi sono rimasti lettera morta.
La gestione pubblica del Servizio idrico è stata decisa direttamente dal popolo usando lo strumento del referendum. E' giusto che questo metodo continui a essere applicato anche per la realizzazione concreta di quell'obiettivo.
Cordialmente
Comitato genovese acqua bene comune – Forum italiano dei movimenti per l'acqua
Anche se impegnato al Forum Sociale di Tunisi leggo questa risposta del Comitato Genovese Acqua Bene Comune – Forum italiano dei movimenti per l'acqua al Sindaco Doria apparsa oggi sul Manifesto e la condivido con piacere. Mi arrivano anche notizie che continuano le trattative per salvaguardare il biglietto integrato a Genova, a fronte anche di una votazione
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La discussione avviata dalle ovvie e condivisibili considerazioni del Sindaco di Genova Marco Doria sulla scarsa (se non nulla) incidenza delle grandi Opere sull'occupazione nella citta' di Genova si sta sviluppando su toni francamente deludenti.
Silenti le forze politiche che dovrebbero essere uscite rafforzate dall'esito elettorale (lista doria, sel, persino 5 stelle), di fronte alla piccata reazione di settori del Pd, il sindaco Doria assicura che "il terzo valico e' un'opera importante... e che la riduzione dei tempi di percorrenza tra Genova e Milano giovera' alla nostra citta' cosi 'come l'aumentata capacita' di carico delle linee ferroviarie continuera' a decongestionare con evidenti vantaggi alla collettivita', le vie stradali". Se stiamo all'interno della polemica politica e ideologica ci puo' anche stare. Se invece mettiamo i piedi per terra e parliamo di cifre e contenuti reali, non possiamo dimenticare che le attuali linee ferroviarie dalla Liguria alla val padana sono sotto utilizzate, il loro ammodernamento potrebbe permettere di arrivare a Milano in poco piu' di un'ora e di trasportare oltre due milioni di TEU a un costo infitamente minore dei 6,2 miliardi di euro che costerebbe il collegamento ad alta velocita' ferroviaria Fegino - Novi Ligure !!!! Di cosa stiamo parlando? perche' le Istituzioni, ma ancor piu' le forze politiche, sociali, imprenditoriali genovesi non rivendicano di stornare qualche centinaio di milioni di euro per realizzare i contenuti ammodernamenti e la bretella ferroviaria Borzoli - Giovi? Domande troppo semplici, forse, troppo ingenue. Il Forum Sociale Mondiale è uno spazio di dibattito democratico, di scambio di idee, di approfondimento finalizzato alla formulazione di proposte e rappresenta un’occasione di confronto tra movimenti sociali, reti, ONG e altre organizzazioni della società civile. Ha tra i propri obiettivi la costruzione di una rete comune e decentrata di associazioni e movimenti impegnati, sia a livello locale che internazionale, in azioni concrete per migliorare la qualità della vita nel mondo.
Il Forum Mondiale Sociale 2013, articolato in diverse Sezioni tematiche, si terrà a Tunisi dal 26 al 30 di marzo e vedrà la partecipazione delle principali Città mediterranee più impegnate sui temi al centro dell'interesse e della discussione. Al Forum sono iscritte migliaia di persone provenienti da tutto il mondo . Genova “porta dell’Europa” nel Mediterraneo, ha da sempre prestato particolare attenzione a tale esperienza internazionale, anche per la propria storia legata al G8 del luglio 2001. La nostra città è inoltre il soggetto promotore nonché componente e sede ospitante della Tavola della pace Liguria e della Sezione ligure del Movimento Europeo. Alcuni Consiglieri comunali ed ARCI Genova hanno promosso la partecipazione di un nutrita delegazione genovese che seguirà i lavori seminariali delle Città del mediterraneo, l'Assemblea dei Movimenti sociali, il Forum acqua ed il Forum grandi opere. Inoltre sarà dedicata una specifica attenzione alle cruciali situazioni in Siria e in Tunisia ed alla questione palestinese. L’Assessorato alla Cultura e Turismo del Comune di Genova, riconoscendo il valore culturale che il Forum rappresenta per la propria connotazione legata alla riflessione sui temi sociali di grande attualità, ha colto l’invito dei promotori assumendo il compito di individuare un percorso di collaborazione con la Compagnia di Navigazione Grandi Navi Veloci per favorire la più ampia partecipazione possibile, con particolare attenzione ai più giovani. Grandi Navi Veloci, nella persona del suo Direttore Generale dott. Ariodante Valeri, ha accolto con estrema disponibilità la proposta di partnership con il Comune di Genova offrendo una agevolazione tariffaria pari al 50% del costo standard per il traghetto Genova/Tunisi. Sono100 i partecipanti che salperanno da Genova sabato 23 marzo. Di seguito gli emendamenti che presento a riguardo:
all'art 17 (ex art. 4) Inserire il punto 5 Della struttura fanno parte anche rappresentanti degli utenti, del mondo ambientalista e di dipendenti delle Aziende Partecipate, nominati secondo un adeguato regolamento, approvato, entro 30 giorni dall'approvazione del presente regolamento, dalla Giunta Comunale. inserire art. 18 bis E' istituito il Comitato di Sorveglianza con funzioni consultive, di controllo, di informazione, d’ascolto, di concertazione e di dibattito, anche propositivo, sui servizi pubblici ed in particolare rispetto alle decisioni inerenti gli atti fondamentali di pianificazione, programmazione e gestione. E' composto da cinque consiglieri comunali, da rappresentanti degli utenti, del mondo ambientalista e dei dipendenti delle Aziende Partecipate, nominati secondo un adeguato regolamento, approvato, entro 30 giorni dall'approvazione del presente regolamento, dalla Giunta Comunale. Nella sezione Anto_logia, ho aggiunto materiale relativo alla questione del controllo sulle Società Partecipate. Appare sempre più incomprensibile l'ostinazione delle istituzioni liguri a difesa di un opera che incontra forti perplessita' da parte degli enti locali piemontesi e una forte opposizione, a causa dell'impatto molto forte sul territorio e sulla salute (trasporto rocce amiantifere per la città ad esempio) e, tra l’altro, pericolosi cantieri di lavoro contigui a strutture scolastiche, al contrario da preservare come Villa Sanguineti.
Si prenda la palla al balzo e si accolga questa "pausa di riflessione" che, presumibilmente durera' anni, per fare le opere che servono e non sperperare i soldi pubblici. Regione Liguria, Provincia e Comune di Genova dovrebbero finalmente fare serie valutazioni costi benefici. Assumano la priorità recuperare risorse per finanziare il trasporto pubblico, a rischio di tagli enormi, e pianificare in modo serio la mobilità. I cittadini, i pendolari e gli utenti di Trenitalia vorrebbero più treni nelle varie fasce orarie, pulizia, manutenzione, rispetto dell’utente, stazioni efficienti e biglietterie funzionanti. Inoltre, siccome sul nodo di Genova (a contratto opere civili nodo di Genova) sono previsti come lavori gli imbocchi del collegamento che dovrebbero portare al Terzo Valico (700 metri complessivi) chiedano con forza l’utilizzo dei fondi stanziati nei primi lotti nel collegamento ferroviario Borzoli – Giovi, che consentirebbe ai TEU provenienti dal porto di Pra - Voltri di instradarsi verso l'autoporto di Padova senza passare nel nodo ferroviario genovese.. E', infatti, notizia di alcuni giorni fa che 13 sindaci dell'Alessandrino hanno chiesto una moratoria prima dell'avvio dei lavori per il Terzo Valico ferroviario. Essi lamentano la mancata costituzione dell'Osservatorio tecnico e chiedono uno ''studio approfondito e dettagliato sulla presenza di amianto'' e sul ''rischio di isterilimento di tutte le fonti e dei corsi d'acqua''. E' notizia di alcune settimane fa che Ferrovie nutrirebbe dubbi sulla sostenibilità economica dell’opera e intenderebbe “prendere in prestito” una parte dei fondi del secondo lotto per fare fronte alla manutenzione della rete. E', invece, da sempre che si sa che: • Già oggi le 3 linee di valico esistenti (le 2 linee dei Giovi e la Voltri – Ovada) hanno una capacità di trasporto di 3,5 milioni di container, senza quasi nessun intervento . • Il Terzo Valico costa 6,2 miliardi di euro, 115 milioni a chilometro: un costo al km cinque volte tanto quello dell’alta velocità in Francia! L'ammontare della manovra delle pensioni ! • il 95% dei pendolari ferroviari si muove su percorsi brevi, utilizzando treni sporchi, malandati, spesso in ritardo o soppressi. Solo il 5% usa l’Alta Velocità. Le Ferrovie invece stanziano i soldi (che paghiamo noi con biglietti e tasse!) al contrario, il 95% per l’AV (oltre 60 miliardi di euro) e solo il 5% per i pendolari. • Erano 5 milioni i container, previsti dal progetto del 1991 sulla Milano-Genova per il 2005. Invece sono stati appena 1,7 milioni i container arrivati in porto nel 2010 e di questi solo 49.000 attraversano l’Appennino via treno verso la Pianura Padana e Rotterdam. • Erano 50.000 i passeggeri previsti nel 1991 che avrebbero dovuto giornalmente percorrere l’intera tratta Mi-GE e viceversa. In realtà ora coloro che prendono il biglietto per l’intera tratta sono poche migliaia. • Il trasporto merci richiede in primo luogo organizzazione, efficienza e interventi negli scali. Servono pertanto collegamenti efficaci, come il collegamento della bretella ferroviaria Voltri – Borzoli con le linee di valico dei Giovi (1400 metri) dal costo di circa 500 milioni di euro; • i tempi di percorrenza dei treni passeggeri per il tragitto da Genova a Milano potrebbe essere di poco piu' di un'ora con interventi di fluidificazione, con costi enormemente minori del terzo valico. • il magistrato Ferdinando Imposimato descrive il Terzo Valico nel “Corruzione ad Alta Velocità Viaggio nel governo invisibile”, come opera, nata sotto il segno delle tangenti. Infatti a pag. 116 del libro del magistrato Imposimato, Salvatore Portaluri che fu per due anni presidente della TAV. dichiara: “Tutti i gruppi imprenditoriali erano stati accontentati, eppure vi erano ancora dei problemi di equilibrio, ma anche questi vengono risolti con la costituzione di un nuovo consorzio per la tratta più incerta, il Cociv per la Milano-Genova. Un consorzio anomalo di sei imprese, costituito il 3 dicembre 1991”. - il costruttore Cociv e il concessionario Rfi ancora non hanno firmato l’accordo sul secondo lotto, che è già finanziato dal Cipe con 1,1 miliardi, purtroppo approvato dalla Corte dei Conti. Ci risiamo! Ancora odori insopportabili e pericolosi a Fegino. Ecco il testo della mia interpellanza e l'articolo apparso sulla Gazzetta di lunedì scorso. In questo interessante articolo di Annamaria Coluccia, "l'ex consulente del Ministero, spiega perchè non è praticabile l'abolizione del pedaggio" La Città della Scienza di Napoli, il centro polifunzionale famoso nel mondo, non c’è più.
Situata nel quartiere operaio di Bagnoli, con una media di 350 mila visitatori l’anno e simbolo di riscatto di una città troppo spesso descritta per le sue parti più malate e carenti, la Citta della Scienza è stata distrutta in poche ore stanotte, da un incendio di cui i magistrati non escludono l’origine dolosa. Se Saviano twitta asserendo che “a Napoli nulla sembra destinato a durare” a me tornano in mente i primi anni 90 quando la mafia dopo anni di relativo silenzio, tornò a farsi sentire in modo che pare irriverente definire esplosivo. Mi torna in mente la strage dei Gergofili, attribuita a Cosa Nostra, dove in un esplosione persero la vita 5 persone, fu distrutta la Torre delle Pulci sede dell’Accademia dei Gergofili e persino la Galleria degli Uffizi subì gravi danneggiamenti. Un chiaro messaggio alla politica che in quei tempi legiferava il 41 bis decretando il regime di carcere duro per i mafiosi. Bisognerà aspettare le indagini degli inquirenti per capire chi e cosa ci sia veramente dietro a questo orribile scempio della cultura e della civiltà e nel frattempo sperare che non sia un atto dimostrativo verso un “vuoto politico e istituzionale” e a come lo si intenda riempire. Se così fosse il mio pensiero va anche ai magistrati, ai sacerdoti, ai tanti amministratori locali e cittadini onesti, che da anni sfidano con coraggio e determinazione ogni tipo di infiltrazione camorristica che si ritroverebbero ad affrontare momenti duri e pericolosi. A tutti loro e alle persone che in questa lotta hanno perso la vita va tutta la mia solidarietà. E' notizia di questi giorni che circa 250 utenze idriche cittadine sono state sospese per morosità. Detesto dire "io l'avevo detto" ma ecco il devastante effetto della privatizzazione del bene comune più indipensabile alla vita: l'acqua. |
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