Situata nel quartiere operaio di Bagnoli, con una media di 350 mila visitatori l’anno e simbolo di riscatto di una città troppo spesso descritta per le sue parti più malate e carenti, la Citta della Scienza è stata distrutta in poche ore stanotte, da un incendio di cui i magistrati non escludono l’origine dolosa.
Se Saviano twitta asserendo che “a Napoli nulla sembra destinato a durare” a me tornano in mente i primi anni 90 quando la mafia dopo anni di relativo silenzio, tornò a farsi sentire in modo che pare irriverente definire esplosivo.
Mi torna in mente la strage dei Gergofili, attribuita a Cosa Nostra, dove in un esplosione persero la vita 5 persone, fu distrutta la Torre delle Pulci sede dell’Accademia dei Gergofili e persino la Galleria degli Uffizi subì gravi danneggiamenti.
Un chiaro messaggio alla politica che in quei tempi legiferava il 41 bis decretando il regime di carcere duro per i mafiosi.
Bisognerà aspettare le indagini degli inquirenti per capire chi e cosa ci sia veramente dietro a questo orribile scempio della cultura e della civiltà e nel frattempo sperare che non sia un atto dimostrativo verso un “vuoto politico e istituzionale” e a come lo si intenda riempire.
Se così fosse il mio pensiero va anche ai magistrati, ai sacerdoti, ai tanti amministratori locali e cittadini onesti, che da anni sfidano con coraggio e determinazione ogni tipo di infiltrazione camorristica che si ritroverebbero ad affrontare momenti duri e pericolosi.
A tutti loro e alle persone che in questa lotta hanno perso la vita va tutta la mia solidarietà.