Sono passati piu' di 4 anni dal referendum in cui la maggioranza degli italiani aventi diritto al voto (e dei liguri, e dei genovesi) hanno espresso la volonta' di non svendere i servizi pubblici alle logiche del profitto (per poche multinazionali) e del mercato.
Oggi quella volonta' e' stata calpestata dal governo Italiano e, rimanendo nella nostra citta', dal Sindaco Marco Doria e dalla sua maggioranza di centro sinistra che hanno smentito clamorosamente le promesse elettorali.
Non e' iniziata alcuna riflessione e alcun studio per preparare la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato.
I profitti per i fondi speculativi sono aumentati. Le tariffe sono aumentate.
La gestione tecnocratica oscura la trasparenza dovuta a servizi di questa importanza.
Il Consiglio comunale di Genova e' distratto e poco interessato.
Tutto il potere sui servizi pubblici viene spostato verso la citta' metropolitana.
E' notizia di ieri che dopo il servizio idrico e quello dei rifiuti, sara' la citta' metropolitana a gestire il trasporto pubblico della Provincia.
La citta' metropolitana e' un ente di secondo livello, eletto dai consigli comunali e non dal popolo; gestito da una maggioranza che va da Forza Italia a Sel, passando per Udc, Pd e lista Doria.
Un ente senza fondi (durante le tappe genovesi del Giro d'Italia sono state asfaltate le strade in discesa e non le salite....).
Le liste civiche, la Sinistra e il Movimento 5 Stelle sono assenti, a causa di un'altissima soglia di sbarramento per la presentazione dele liste che avrebbe potuto essere superata solo se i 5 Stelle avessero acconsentito a una lista comune.