ILARIA ALPI E MIRAN HROVATIN
DEPISTAGGI E VERITÀ NASCOSTE
Mercoledi 8 maggio 2019 h. 20.30
Genova, circolo cap v. Albertazzi 3
Ilaria Alpi e Miran Hrovatin sono da poco tornati al loro albergo, il Sahafi. Decidono di uscire attraversando la green line, la linea verde che dal 1991 divide in due la città. Una parte è controllata da Ali Mahdi, l’altra dal generale Aidid. Raggiungono l’hotel Amana e ci rimangono solo pochi minuti. Appena ripartiti, alle ore 15:00, una macchina con a bordo un commando composto da uomini somali blocca il fuoristrada nel quale stanno viaggiando l’inviata del Tg3 e il suo operatore. Pochi secondi e scoppia l’inferno. Sopravvivranno solo l’autista e l’uomo di scorta a bordo del fuoristrada Toyota. Miran viene trovato morto ma Ilaria è ancora in vita. L’imprenditore italiano Giancarlo Marocchino e alcuni suoi uomini li portano al porto vecchio di Mogadiscio dove un medico militare tenterà di prestarle le prime cure, ma invano. È il punto di non ritorno, la verità non dovrà mai uscire fuori. Almeno fino ad oggi.
A 25 anni dalla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, un gruppo di giornalisti ripercorre la vicenda raccontando alcune delle verità fino ad ora taciute. A cura di Luigi Grimaldi (Le Iene) e Luciano Scalettari (Famiglia Cristiana), l’ultima inchiesta targata Round Robin Editrice, in libreria dal 21 marzo, raccoglie anche i contributi di Marco Birolini, Francesco Cavalli, Massimiliano Giannantoni, Mariangela Gritta Grainer, Alessandro Rocca, Roberto Scardova e Maurizio Torrealta.
Archivi finalmente aperti e tracce che conducono ai reali testimoni oculari del duplice omicidio. Perché nessuno volle cercarli per davvero? Un castello di carte messo in piedi per costruire un capro espiatorio e incolpare un uomo innocente finito in carcere per 17 anni. Chi ha voluto mettere a tacere la vicenda e cosa sapeva davvero Ilaria? Quale la funzione di una commissione d’inchiesta, tagliata su misura e consulenti messi alla porta o finiti sotto indagine perché non controllabili. Queste le domande a cui cerca di dare una risposta “Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Depistaggi e verità nascoste a 25 anni dalla morte”.
Non solo un duplice omicidio in un paese in guerra come affermato da Carlo Taormina. Quella di Ilari Alpi e Miran Hrovatin è una esecuzione in piena regola. Ma solo adesso si sono trovate le tracce per indicare chi sapeva, chi ha visto, chi ha taciuto e ricondurre tutto a chi ha scelto e commissionato la morte dei due reporter.
GLI AUTORI
Luigi Grimaldi, scrittore e giornalista investigativo freelance. Ha collaborato con varie testate giornalistiche tra cui Famiglia Cristiana, Il Gazzettino di Venezia, Liberazione. È autore televisivo, ha collaborato alla realizzazione del docufilm di Rai 3 "Ilaria Alpi, l’ultimo viaggio”. Attualmente è uno degli autori de “Le iene” di Italia 1 su Madiaset. Ha pubblicato, con Luciano Scalettari, “1994”, per Chiarelettere.
Luciano Scalettari lavora a Famiglia Cristiana dall’aprile 1992. Attualmente è vicecaporedattore. Dal luglio 2013 è responsabile del desk Solidarietà e pace del settimanale. Nei 13 anni precedenti era stato inviato speciale, occupandosi prevalentemente del continente africano e di giornalismo investigativo. Sul caso Alpi-Hrovatin ha pubblicato “Ilaria Alpi, un omicidio al crocevia dei traffici”, Baldini&Castoldi (con Barbara Carazzolo e Alberto Chiara) e “1994”, Editore Chiarelettere (con Luigi Grimaldi).
ROUND ROBIN EDITRICE
La Round Robin nasce con l’obiettivo di coniugare narrativa di giovani autori emergenti e inchiesta giornalistica. Negli anni si consolida nell’ambito della saggistica, del giornalismo investigativo e del graphic journalism con titoli dal forte richiamo al sociale e alla lotta alle mafie. Tra le firme che oggi compongono il catalogo Round Robin, anche nomi del giornalismo italiano mainstream come Gianni Barbacetto (Il Fatto Quotidiano) e Giovanni Tizian (L’Espresso). Molte le pubblicazioni degli ultimi anni in cui spiccano autori della grande letteratura italiana, da Andrea Camilleri al premio Nobel, Dario Fo, che hanno collaborato e contribuito ad alcune pubblicazioni (“Antonino Caponnetto, non è finito tutto” e “Sulla cattiva strada, seguendo Don Gallo”). Rinomati i premi assegnati alla casa editrice, tra cui il Premio Giancarlo Siani, il Premio Andrea Pazienza e la candidatura per quattro volte al Premio Strega, con “La guerra è finita”, “Orientalia”, “Atlas” e “Hostia. L’innocenza del male”.