L’aumento di inquinamento e congestione del traffico sta diventando una sfida sempre più importante nelle grandi città che si devono, quindi, interrogare sulla definizione di un modello di mobilità sostenibile; come spiegano Abrate, Piacenza e Vannoni (2009) nel loro lavoro, gli approcci che vengono usati per affrontare questa sfida sono sostanzialmente uno di tipo “negativo” e uno di tipo “positivo”. Il primo concerne l’introduzione di pedaggi o parcheggi a pagamenti per cercare di ridurre il transito di mezzi privati; il secondo concerne invece il miglioramento della qualità e dell’accessibilità alla rete del sistema di trasporto pubblico. E’ in questo contesto che si inserisce il dibattito su un sistema di trasporto integrato, il cui termine integrato può essere interpretato sotto diversi punti di vista:
- integrazione informativa, la quale facilita l’utente ad accedere ad informazioni su orari, tariffe ecc di diversi networks (autobus, metropolitana, treni ….)
- integrazione fisica, la quale richiede infrastrutture che facilitino lo scambio di mezzi di trasporto
- integrazione tariffaria, che è tanto più efficace quanto più sono presenti le altre due forme di integrazione.
Da un punto di vista teorico è stato più volte affermato che l’introduzione di tariffe integrate porta ad un incremento della domanda di trasporto pubblico e ad un contenimento dei costi di transazione, come quelli relativi all’emissioni di biglietti o alla fornitura di informazioni sul servizio (si veda per esempio White 1981). Nel confermare questi impatti positivi derivanti dall’introduzione di tariffe integrate, Marchese (2006) afferma che questi sono tanto più efficaci quanto più i mezzi di trasporto sono estesi e altamente integrati mentre possono avere anche effetti negativi sulla domanda di trasporto pubblico nelle città con bassa densità di popolazione. Inoltre, Marchese mette in evidenza come un sistema di prezzi complicato può avere effetti negativi in quanto implica un elevato livello di informazioni da parte dell’utente.
Quanto affermato a livello teorico è stato confermato da tutti gli studi empirici condotti sull’argomento; ad esempio, FitzRoy e Smith (1999) trovano un effetto positivo e significativo dei biglietti integrati stagionali sulla domanda di trasporto pubblico locale di quattro città svizzere nel periodo 1971-1996. Matas (2004) analizza invece gli effetti dell’introduzione di un sistema di tariffe integrate, avvenuto nella città di Madrid nel 1987, trovando un aumento della domanda di autobus e metropolitana rispettivamente intorno al 3.4% e 5.3% nel breve periodo e del 7% e 15% nel lungo periodo. Ancora, NEA (2003) trova un effetto positivo sulla domanda di trasporto locale dopo l’introduzione di sistemi di tariffe integrate che varia da un 4% a Manchester ad un 33% a Parigi. Per quanto riguarda l’Italia, è da considerare il lavoro di Abrate, Piacenza e Vannoni (2009), già citato in precedenza, che analizza l’evoluzione di domanda di trasporto pubblico locale di 69 operatori italiani dal 1991 al 2002; essi analizzano dati presi dall’ASSTRA e da questionari forniti direttamente alle imprese riuscendo ad ottenere così un campione di imprese provenienti per il 60% dal nord Italia, per il 17% dal centro Italia e per il 23% dal sud Italia. I loro risultati sono coerenti con quanto affermato dai precedenti lavori e dalla letteratura teorica; in particolare, essi trovano un aumento del 2.19% nel breve periodo e del 12.04% nel lungo periodo della domanda di trasporto pubblico dovuto all’introduzione di sistemi di integrazione tariffaria. Inoltre, essi mostrano come un effetto positivo sia portato anche da un miglioramento del disegno dei prezzi (come l’introduzione di tariffe minori per viaggi brevi). Infine, i loro risultati confermano l’ipotesi di Marchese (2006) che le tariffe integrate giocano un ruolo maggiore quando l’estensione della rete di trasporto pubblico aumenta.
Nonostante questi evidenti vantaggi, l’introduzione di un sistema di integrazione tariffaria non è ancora molto diffusa in Italia, a differenza di altri paesi Europei (Abrate, Piacenza e Vannoni, 2009), e viene addirittura messa in discussione da alcuni governi locali dove questa è presente; di seguito viene riportato uno schema riassuntivo dei sistemi tariffari integrati presenti nelle principali città italiane.