Con il Frente Brasil Popular a difesa di Lula e della democrazia
L’accusa a cui deve rispondere l’ex presidente riguarda è il presunto occultamento della proprietà di un appartamento di lusso a Guarujà intestato all’impresa di costruzioni Oas, che Lula avrebbe acquistato a un prezzo vantaggioso in cambio del suo intervento a favore dell’assegnazione di appalti con la Petrobras.
Malgrado due anni di indagini e di intercettazioni, non esiste nessuna prova, che sia lui il proprietario dell’appartamento, come neppure è stato individuato il vantaggio che da tale operazione avrebbe tratto l’impresa.
L'accusa si fonda sull’uso dell’inaffidabile "delação premiada" – la collaborazione con i magistrati in cambio di uno sconto di pena -, che i giudici ottengono spesso e volentieri esercitando pressioni indebite. Lo ha ammesso, spudoratamente, lo stesso pubblico ministero federale dell’operazione Lava Jato, Deltan Dallagnol, quando ha affermato di avere contro Lula «non prove, ma convinzioni».
Inoltre c'è stata una recente sentenza della giudice Luciana de Oliveira, la quale ha disposto il pignoramento dello stesso immobile a vantaggio dei creditori dell’Oas, con ciò eliminando ogni dubbio sul fatto che fosse l’impresa la proprietaria dell’appartamento.
Siamo solidali con i movimenti brasiliani uniti nel Frente Brasil Popular (decine le associazioni tra cui Pastorale Sociale, Sem Terra, Via Campesina, Sindacati, Associazioni LGBT, Commissione Pastorale della terra ..) e alziamo la voce a difesa delle lotte di emancipazione in tutto il mondo e, in particolare in queste ore in Brasile.