Non è accettabile che Finmeccanica venga venduta nelle sue parti migliori.
Credo sia necessario che Governo e Finmeccanica individuino linee di politica industriale capaci di valorizzare le competenze del nostro paese in settori strategici come l'energia, il trasporto, il segnalamento.
Da tempo aziende come Eni, Enel, Finmeccanica e Poste sono nel mirino degli appetiti famelici e speculativi degli investitori stranieri.
Sarebbe una scelta sbagliata, da parte dello Stato, quella di dismettere il suo prezioso patrimonio industriale proprio in un momento in cui l'Italia sta assistendo ad un processo di desertificazione delle attività produttive da parte dei privati perché non ce la fanno ad investire o perché preferiscono andare in Paesi più convenienti del nostro.
Cedere quote di Eni, Enel e Finmeccanica per ripianare il debito è una strategia suicida.
Vendere i gioielli di famiglia piuttosto che ridurre gli sprechi è una di quelle scorciatoie che porta nello strapiombo.
Se c'è bisogno di fare cassa, si vendano gli F35 o si riducano le missioni militari all'estero, piuttosto che mettere sul mercato quei pochi asset industriali e strategici del nostro paese come Eni, Enel, Finmeccanica o Poste.