Non posso che esprimere la mia contrarietà allo scambio immorale che viene proposto agli abitanti della Val Varenna. Viene annunciato l'aumento del numero dei camion autorizzati a sversare nella cava Pian di Carlo, dagli attuali 13 a 24, per circa cento transiti giornalieri(che si sommano a quelli delle altre realtà produttive e non, della zona), per una durata prevista dei lavori di 4 anni, con circa 220000 mq ogni anno di materiale portato in Valle, che arriva dalla Valpolcevera (materiale pieno di vene amiantifere), dai cantieri Cociv della Tav genovese. In cambio gli abitanti vengono imboniti con la costruzione di un ponte, che dovrebbe attraversare il torrente Varenna in prossimità della cava Pian di Carlo, utile agli abitanti della zona. Un'opera resasi necessaria dopo l’alluvione e già descritta nel piano di bacino, è attesa dagli abitanti da circa vent’anni. Il ponte verrebbe costruito a spese della Edilcave, ditta responsabile del ripasciamento della cava Pian di Carlo, per compensare l'aumento dei rischi, già al momento pesanti, causati dal traffico di mezzi pesanti in strade che non possono sopportare un ulteriore aumento e di materiale proveniente da cantieri che vengono frequentemente bloccati a casua del ritrovamento di amianto. Come gli scopritori del Nuovo Mondo portavano specchietti agli indigeni per sottrarre loro l'oro, Cociv e cavatori tentano di avere il consenso degli abitanti. Spero che questo non ci sia. |
VAL VARENNA: UN PONTE IN CAMBIO DI ALTRI 100 CAMION CHE PORTANO GLI SCAVI AMIANTIFERI DEL COCIV12/4/2016
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