La situazione attuale e' figlia delle decisioni nazionali, regionali, ma anche del Consiglio Comunale che nel luglio scorso voto' una mozione che apriva ai privati e a tagli all'occupazione a fronte di fumosi intendimenti di miglioramento del servizio.
E' sbagliato affrontare queste tematiche senza capire che fanno parte di un progetto politico che parte da lontano.
Sono passati alcuni anni dal fallimento della privatizzazione (vendita alla francese Transdev del 41 % delle azioni di AMT).
Nel frattempo i governi Berlusconi e Monti hanno continuato a lavorare perche' i servizi pubblici locali (in particolare il trasporto pubblico) venissero messi sul mercato.
Dopo aver tentato la strada dell'imposizione legislativa (ma la Corte Costituzionale ha accolto il ricorso dei comitati referendari), si e' passati allo strangolamento finanziario degli enti locali e a capziose interpretazioni (in contrasto con l'esito referendario del giugno 2011) secondo cui le aziende pubbliche sarebbero sottoposte al patto di stabilita', costringendo alla messa sul mercato per poter assumere e coprire in parte la fuoriuscita dovuta al turn over.
Nello stesso tempo gli enti locali non sono riusciti a fare scelte precise in favore del trasporto pubblico.
Clamoroso il caso delle corsie riservate per i bus che non si fanno per accarezzare interessi corporativi dallo scarso peso elettorale.
Inoltre vengono tagliate linee, si producono faticose rotture di carico, rendendo sempre piu' difficile spostarsi in autobus e i treni sovraffollati.
In questo quadro, aumentare il titolo di viaggio, precarizzare i lavoratori e chiedere loro sacrifici non avra' altro effetto che peggiorare l'offerta del trasporto pubblico.
Un circolo vizioso di cui non si intravede la fine.
E' chiaro a tutti che i sacrifici si chiedono se c'e' un progetto.
E' altrettanto evidente che il problema non e' il costo del biglietto singolo, (chi usa la macchina con regolarità e prende il bus saltuariamente può agevolmente pagare di più il titolo di viaggio) quanto quello degli abbonamenti (tipico di chi utilizza il trasporto pubblico con regolarità).
Una politica di fidelizzazione e di espansione del trasporto pubblico (come quella attuata dalla giunta Pisapia a Milano) NON AUMENTA L'ABBONAMENTO.