Non passa giorno che, avvicinandosi al referendum del 4 dicembre, il Governo non elargisca qualche briciola dell'ingente massa di capitali a sua disposizione per tentare di condizionare l'esito referendario. In analogia a quanto i governi golpisti del centro America facevano un decennio fa. In ordine sparso, la opportuna firma del contratto dei metalmeccanici, 800 assunzioni nel ministero di Grazia e Giustizia, 30 euro per le pensioni basse eccetera. Non sfuggono a questa dinamica le firme dei patti con le città amiche politicamente. Esibizioni che ampliano la stagione iniziata a Porta a Porta da Silvio Berlusconi. Situazioni analoghe al comportamento dei miei studenti all'avvicinarsi di temibili compiti in classe o in laboratorio. Così mentre il governo di centro sinistra si impegna a spendere 64 milioni AL GIORNO per le spese per la guerra e conferma l'impegno a spendere almeno 6.2 miliardi di euro per un'opera così fortemente inquinata come il Terzo Valico quanto poco significativa per il trasporto, arriva l'impegno di 110 milioni di euro, non specificando se verranno confermati in caso di esito non gradito al potere. Ci sono molte cose buone (come il finanziamento di 20 nuovi autobus per il trasporto pubblico urbano), direi dovute; altre (come la speculazione delle aree del Blueprint inserita come progetto di Smart City) discutibili. Niente per il patrimonio abitativo, per la riconversione produttiva in senso ecologico dell'economia genovese, per il nodo ferroviario di Genova ad oggi fermo; nulla neanche per la messa in sicurezza della discarica di Scarpino (almeno 60 milioni di euro) il cui impegno a farli pagare in tariffa è una delle ovvie condizioni di ingresso dei privati. Che dir, buona fortuna! Certo che persone pensanti (non sprovvedute che si fanno abbindolare dagli specchietti e dalle collanine) non si fanno abbindolare da promesse pre elettorali. E non si rassegnano a una modifica dell'assetto istituzionale dove Stato – Partito – Impresa tendono ad essere una cosa sola Antonio Bruno, capogruppo Federazione della Sinistra |
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Oltre la metà dei Rifiuti Indifferenziati raccolti (2015: 223.981, dati assesorato Ambiente - Comune Genova) a Genova vengono inceneriti. 45.850 all'inceneritore di Parola (Pavia), 38.684 in quello Iren di Torino, 22.037 da A2A Ambiente. Il dato emerge in contemporanea alla presentazione del primo Bilancio di sostenibilità di AMIU. "E' il frutto delle politiche di questi decenni, compresi quelli della giunta di centro sinistra che in 4 anni non e' riuscita a trovare il posto per fare un impianto di compostaggio", commenta il consigliere comunale FdS Antonio Bruno. "La maggioranza di Comune e Città Metropolitana dovrebbero spiegare perchè non hanno preteso che la bonifica e la messa in sicurezza della discarica di Scarpino non venga finanziata dallo Stato come emergenza ambientale e sanitaria." continua il consigliere "con la conseguenza che i 60 milioni di euro che servono, verranno pagati dai genovesi, essendo molto improbabile che i privati di IREN - a cui la Giunta si accinge a cedere la gestione dei rifiuti - si accollino questa spesa". Il consigliere comunale Antonio Bruno
I dirigenti Ireti ed IREN per fare cassa e ripagare il debito aziendale (superiore ai due miliardi e mezzo di euro) sono pronti a fare cassa svendendo tutto il vendibile anche i gioielli di famiglia.
A tal proposito ci chiediamo come Iren possa partecipare a una gara (unico soggetto) per acquisire Amiu. Il patrimonio immobiliare è oramai stato ridotto all'osso, solo i fabbricati ritenuti dalla dirigenza strettamente necessari sono rimasti in capo a IREN, altri seppure ancora accogliendo gli uffici Iren sono stati venduti per ripagare i debiti e l'azienda adesso paga gli affitti e/o riscatti per tornarne in possesso. Il presidio di IREN a ponente l'Officina di Prà attualmente ospita Ireti, il reparto gas, Amiu e Aster oltre al campetto della Olimpic Prà. Il presidio di ponente è sempre stato in questi anni un punto di riferimento per la normale attività gasisitica di rinnovamento e manutenzione della rete gas, gestendo sempre egregiamente tutte le lavorazioni, cercando di collaborare con gli altri soggetti presenti sul territorio, polizia locale, iIstituzioni ed altri gestori di servizi, cercando anche sempre di limitare i disagi al traffico ed alla cittadinanza. Nelle emergenze la presenza dell'Officina di Prà ha sempre garantito un intervento tempestivo che il Pronto Intervento della sede di Gavette sia per motivi logistici che per impedimenti oggettivi dovuti alle calamità naturali, non ha permesso. Infatti le varie alluvioni che si sono succedute negli anni nel ponente genovese hanno sempre visto le squadre operative di AMGA prima, poi IRIDE, quindi GENOVA RETI GAS e adesso IRETI, presenti nell'Officina di Prà, intervenire tempestivamente assieme agli altri Enti per mettere in sicurezza e ristabilire nel minor tempo possibile la fornitura di gas alle abitazioni colpite dalle varie calamità. Anche in questi giorni, con l'allerta Arancione le squadre sono state e saranno a disposizione all'interno dell'officina pronte per intervenire in caso di necessità nel ponente. Oggi i dirigenti IRETI hanno deciso di porre fine a questa presenza mettendo in vendita l'area con l'intenzione di spostare entro breve termine i dipendenti IRETI a Campi, dove i lavori di ristrutturazione sono già in atto, si parla tra gennaio e aprile 2017, e dare lo sfratto con limite ultimo 30 giugno 2017 ad ASTER ed AMIU. L'area sarebbe posta in vendita per la cifra irrisoria di un milione di euro ha ricevuto la pronta offerta della COOP. IRETI ha tempo fino al 30 novembre 2016 per accettare l'offerta e consentire così alla COOP di creare un nuovo centro commerciale, benché l'area si trovi nelle vicinanze di un cimitero, si parla già di deroghe e concessioni. Chiediamo alle forze politiche e al Sindaco di Genova di intervenire per scongiurare questa situazione. Angelo Spanò cooportavoce metropolitano dei Verdi Antonio Bruno, Gian Piero Pastorino, consiglieri comunali
MERCOLEDI' 9 NOVEMBRE ORE 17,30 Teatro Altrove della Maddalena, piazzetta Cambiaso 1, Genova Dibattito: Immigrazione e nuove povertà, il caso del mercato Raibetta-Quadrio e il progetto Chance. Presentazione del libro della giornalista Alessandra Fava, 'Commercio resiliente' Ediesse editore Il dibattito al quale sono invitati i consiglieri comunali e i capogruppo, promosso col consigliere di Federazione della sinistra Antonio Bruno e la partecipazione del sociologo Luca Palmas, verte sul mercato prima clandestino di Raibetta e Sottoripa e il progetto di regolarizzazione in corso Quadrio, detto Chance. All'argomento l'autrice ha dedicato quasi due anni di ricerca per un master di sociologia. 'Commercio resiliente' dà la parola a immigrati, commercianti e abitanti della zona, la polizia municipale e gli amministratori, seguendo l'evolversi del mercato dalla fine del 2014 a oggi. "Io vengo al mercato perché ho problemi economici. In un giorno qui faccio 10-20 euro. Almeno ho qualche spicciolo per mangiare e bere acqua. Per il resto non bevo alcool, non fumo, non prendo droghe", Mohamed, maliano, 22 anni, Raibetta 2015. "Ho avuto un negozio per tanti anni, ho lavorato in reception. Ora ho un lavoro part-time che non mi permette di vivere e vengo qui a vendere cose che mi danno le amiche", Monica, italiana 54 anni, Quadrio 2016.
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