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proposta delibera N.2015-DL197 del 11/06/2015
Costo complessivo 126,555 milioni di euro (parte fissa 72,9%, parte variabile 27,1 %). Il costo complessivo e' di 11,530 milioni di euro superiore a quello del 2014, dovuto in gran parte al conferimento fuori regione dei rifiuti indiferrenziati dopo la chiusura della discarica di Scarpino. Inoltre, vengono aggiunti 3,052 milioni di euro calcolati come "Remunerazione del Capitale Investito", in barba alla volonta' della maggioranza dei genovesi che nel 2011 votarono per l'eliminazione della remunerazione del capitale investito nelle tariffe del servizio idrico il finanziaria, esprimendosi, ovviamente, su tutte le remunerazioni di capitale investito (cioe' il profitto) nei servizi pubblici. La percentuale media di raccolta differenziata nel comune di Genova raggiunge il 33,8%, mentre l'anno prima 2014 era il 34,3% !!!! La normativa nazionale prevedeva il raggiungimento del 65% nel 2012 !!!! In tutto 105.714 tonnellate (13.228 vetro, 39.192 carta e cartone, 9.918 lattine e plastica, 12.480 scarti da cucina, verde e alghe, 848 metalli, 3.404 RAEE - rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, 11.591 legno, 1,124 tessili, 1.390 altri rifiuti - pile, farmaci, toner.. - 8.247 inerti, 4.302 ingombrati a recupero. Non ho trovato l'ammontare dell'ecotassa che viene pagata per il mancato raggiungimento dei limiti di legge. Nel 2014 sono state smaltite a Scarpino circa 170.700 tonnellate di rifiuti urbani di Genova e 35.200 tonnellate di rifiuti provenienti da impianti di fuori regione. Nel corso del 2015 verranno avviate le attivita' necessarie per la realizzazione di un nuovo impianto d itrattamento dei rifiuti. Tale impianto sara' realizzato presso Scarpino, propedeutico alla gestione della nuova discarica Scarpino 3. Inizialmente era prevista la realizzazione (transitoria) di impianti di separazione secco-umido presso Volpara e Rialzo. A seguito delle mutate normative sul trattamento e delle difficolta' tecniche che si venivano a manifestare l'azienda ha sospeso l'iter di aggiudicazione della gara per la fornitura degli impianti indicati, orientandosi alla realizzazione di un impianto nel polo impiantistico di Scarpino. Verranno implementate "postazioni multi raccolta" con l'acquisto di nuovi contenitori e cassonetti. Quindi non vengono previste raccolte porta a porta e pertanto non si passa alla tariffazione puntuale (ognuno paga per i rifiuti che produce) «Greche e greci,
da sei mesi il governo greco conduce una battaglia in condizioni di asfissia economica mai vista, con l’obiettivo di applicare il vostro mandato del 25 gennaio a trattare con i partner europei, per porre fine all’austerity e far tornare il nostro paese al benessere e alla giustizia sociale. Per un accordo che possa essere durevole, e rispetti sia la democrazia che le comuni regole europee e che ci conduca a una definitiva uscita dalla crisi. In tutto questo periodo di trattative ci è stato chiesto di applicare gli accordi di memorandum presi dai governi precedenti, malgrado il fatto che questi stessi siano stati condannati in modo categorico dal popolo greco alle ultime elezioni. Ma neanche per un momento abbiamo pensato di soccombere, di tradire la vostra fiducia. Dopo cinque mesi di trattative molto dure, i nostri partner, sfortunatamente, nell’eurogruppo dell’altro ieri (giovedì n.d.t.) hanno consegnato una proposta di ultimatum indirizzata alla Repubblica e al popolo greco. Un ultimatum che è contrario, non rispetta i principi costitutivi e i valori dell’Europa, i valori della nostra comune casa europea. È stato chiesto al governo greco di accettare una proposta che carica nuovi e insopportabili pesi sul popolo greco e minaccia la ripresa della società e dell’economia, non solo mantenendo l’insicurezza generale, ma anche aumentando in modo smisurato le diseguaglianze sociali. La proposta delle istituzioni comprende misure che prevedono una ulteriore deregolamentazione del mercato del lavoro, tagli alle pensioni, nuove diminuzioni dei salari del settore pubblico e anche l’aumento dell’IVA per i generi alimentari, per il settore della ristorazione e del turismo, e nello stesso tempo propone l’abolizione degli alleggerimenti fiscali per le isole della Grecia. Queste misure violano in modo diretto le conquiste comuni europee e i diritti fondamentali al lavoro, all’eguaglianza e alla dignità; e sono la prova che l’obiettivo di qualcuno dei nostri partner delle istituzioni non era un accordo durevole e fruttuoso per tutte le parti ma l’umiliazione di tutto il popolo greco. Queste proposte mettono in evidenza l’attaccamento del Fondo Monetario Internazionale a una politica di austerity dura e vessatoria, e rendono più che mai attuale il bisogno che le leadership europee siano all’altezza della situazione e prendano delle iniziative che pongano finalmente fine alla crisi greca del debito pubblico, una crisi che tocca anche altri paesi europei minacciando lo stesso futuro dell’unità europea. Greche e greci, in questo momento pesa su di noi una responsabilità storica davanti alle lotte e ai sacrifici del popolo greco per garantire la Democrazia e la sovranità nazionale, una responsabilità davanti al futuro del nostro paese. E questa responsabilità ci obbliga a rispondere all’ultimatum secondo la volontà sovrana del popolo greco. Poche ore fa (venerdì sera n.d.t.) si è tenuto il Consiglio dei Ministri al quale avevo proposto un referendum perché sia il popolo greco sovrano a decidere. La mia proposta è stata accettata all’unanimità. Domani (oggi n.d.t.) si terrà l’assemblea plenaria del parlamento per deliberare sulla proposta del Consiglio dei Ministri riguardo la realizzazione di un referendum domenica 5 luglio che abbia come oggetto l’accettazione o il rifiuto della proposta delle istituzioni. Ho già reso nota questa nostra decisione al presidente francese, alla cancelliera tedesca e al presidente della Banca Europea, e domani con una mia lettera chiederò ai leader dell’Unione Europea e delle istituzioni un prolungamento di pochi giorni del programma (di aiuti n.d.t.) per permettere al popolo greco di decidere libero da costrizioni e ricatti come è previsto dalla Costituzione del nostro paese e dalla tradizione democratica dell’Europa. Greche e greci, a questo ultimatum ricattatorio che ci propone di accettare una severa e umiliante austerity senza fine e senza prospettiva di ripresa sociale ed economica, vi chiedo di rispondere in modo sovrano e con fierezza, come insegna la storia dei greci. All’autoritarismo e al dispotismo dell’austerity persecutoria rispondiamo con democrazia, sangue freddo e determinazione. La Grecia è il paese che ha fatto nascere la democrazia, e perciò deve dare una risposta vibrante di Democrazia alla comunità europea e internazionale. E prendo io personalmente l’impegno di rispettare il risultato di questa vostra scelta democratica qualsiasi esso sia. E sono del tutto sicuro che la vostra scelta farà onore alla storia della nostra patria e manderà un messaggio di dignità in tutto il mondo. In questi momenti critici dobbiamo tutti ricordare che l’Europa è la casa comune dei suoi popoli. Che in Europa non ci sono padroni e ospiti. La Grecia è e rimarrà una parte imprescindibile dell’Europa, e l’Europa è parte imprescindibile della Grecia. Tuttavia un’Europa senza democrazia sarà un’Europa senza identità e senza bussola. Vi chiamo tutti e tutte con spirito di concordia nazionale, unità e sangue freddo a prendere le decisioni di cui siamo degni. Per noi, per le generazioni che seguiranno, per la storia dei greci. Per la sovranità e la dignità del nostro popolo». Alexis Tsipras ----------------------- Consiglio Comunale di Genova a porte chiuse: un brutto segnale di arroccamento
La decisione del presidente del Consiglio Comunale di Genova Giorgio Guerello, suggerita dal Sindaco di Genova Marco Doria di tenere il consiglio comunale di domani Martedi 30 giugno a porte chiuse (dopo le proteste di martedì scorso) è un brutto segnale di chiusura verso la città, i lavoratori, le organizzazioni sindacali. E' in discussione una delibera che scarica sui lavoratori delle aziende partecipate che gestiscono Rifiuti, Trasporti, Manutenzioni, le politiche di austerità della Troika, disinteressandosi del miglioramento dei servizi pubblici Blindarsi in Palazzo Tursi è un brutto segnale di chiusura, indifferenti alla storia: domani sono 45 anni dalla rivolta del 30 giugno a Genova. I lavoratori saranno sicuramente in grado di manifestare la propria opinione, per un futuro solidale, nonviolento.
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