Moretti boccia il Terzo Valico: un'occasione per risolvere i problemi delle ferrovie del Nord Italia Fonte:rifondazionegenova.org Carissime compagne e compagni,
Mi dispiace che i miei numerosi impegni non mi hanno permesso di essere con voi nell’inaugurazione del vostro congresso. Il vostro congresso si svolge in un momento molto critico per la nostra casa comune: l’Europa. Un’Europa che dopo un periodo ventennale di consenso neoliberale è stata chiamata di pagare il prezzo della recessione. Per almeno quattro anni l’Europa del Sud è distrutta da una dura ed inumana politica neoliberale, che ha fatto esplodere la disoccupazione a livelli record, ha impoverito gran parte della popolazione, ha distrutto i diritti politici, sociali, economici e del lavoro che fino a ieri avevano considerato inviolabili. I governi e le istituzioni europee hanno applicato le politiche più antidemocratiche e antisociali dopo la guerra, collaborando con avidi banchieri e speculatori dei mercati. Quante generazioni di italiani, greci, spagnoli, portoghesi e irlandesi dovremmo sacrificare per pagare debiti impagabili, di raggiungere impossibili aggiustamenti di bilancio e di svendere la nostra ricchezza sociale a quelli che cercano di farci annullare qualsiasi dignità? Milioni di persone pensano che la risposta a questo massacro sociale si trova nel ritorno al passato, nelle trincee e nei simboli nazionali. Il nazionalismo,il razzismo, la xenofobia e il fascismo ritornano cercando di appiattire i migliori valori che abbiamo fatto sorgere nel nostro continente: l’umanismo, la solidarietà e la giustizia sociale. È arrivato il momento di cambiare questa Europa. È arrivato il momento di ricostruire questa Europa. Carissime compagne e compagni, Voi sapete che il Partito della Sinistra Europea mi ha proposto come candidato presidente della Commissione Europea. La proposta presentata da un gruppo di personalità per una aperta e senza esclusioni unità della sinistra e delle forze vive della società e degli intellettuali rappresenta una seria possibilità per cambiare gli equilibri nell’Europa del Sud e in generale in Europa. In Grecia abbiamo tentato di dare già una risposta alla crisi proponendo l’unità delle forze, dei cittadini e dei movimenti della sinistra e non solo. Con grande umiltà stiamo accanto a tutti quelli che colpiscono le politiche neoliberali e lottiamo per non lasciare nessuno solo di fronte alla crisi. Il percorso di Syriza in Grecia ci ha insegnato che l’unità della sinistra con i movimenti e i cittadini che sono colpiti dalla crisi rappresenta il miglior lievito per il rovesciamento. Vi auguro di cuore che il vostro congresso rappresenti un punto di svolta nel tentativo per la più ampia unità possibile delle forze della sinistra e della società civile. Dobbiamo fare tutti insieme un passo indietro per muovere insieme tanti passi in avanti portando nel Parlamento Europeo la rabbia, il dolore, la resistenza e le proposte di tutti coloro che cercano di emarginare la crisi, il neoliberismo e il populismo. Dobbiamo portare il messaggio della costruzione dell’Europa dei vecchi e nuovi cittadini. Cambieremo l’Europa. Con i miei saluti da compagno Atene, 25.01.2014 Alexis Tsipras Presidente di Syriza e vicepresidente del partito della Sinistra europea Riforme. L’appello dei più autorevoli costituzionalisti italiani ai parlamentari. Sotto accusa premio di maggioranza, liste bloccate e sbarramento
La proposta di riforma elettorale depositata alla Camera a seguito dell’accordo tra il segretario del Partito Democratico Matteo Renzi e il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi consiste sostanzialmente, con pochi correttivi, in una riformulazione della vecchia legge elettorale – il cosiddetto “Porcellum” – e presenta perciò vizi analoghi a quelli che di questa hanno motivato la dichiarazione di incostituzionalità ad opera della recente sentenza della Corte costituzionale n.1 del 2014. Questi vizi, afferma la sentenza, erano essenzialmente due. Il primo consisteva nella lesione dell’uguaglianza del voto e della rappresentanza politica determinata, in contrasto con gli articoli 1, 3, 48 e 67 della Costituzione, dall’enorme premio di maggioranza – il 55% per cento dei seggi della Camera – assegnato, pur in assenza di una soglia minima di suffragi, alla lista che avesse raggiunto la maggioranza relativa. La proposta di riforma introduce una soglia minima, ma stabilendola nella misura del 35% dei votanti e attribuendo alla lista che la raggiunge il premio del 53% dei seggi rende insopportabilmente vistosa la lesione dell’uguaglianza dei voti e del principio di rappresentanza lamentata dalla Corte: il voto del 35% degli elettori, traducendosi nel 53% dei seggi, verrebbe infatti a valere più del doppio del voto del restante 65% degli elettori determinando, secondo le parole della Corte, “un’alterazione profonda della composizione della rappresentanza democratica sulla quale si fonda l’intera architettura dell’ordinamento costituzionale vigente” e compromettendo la “funzione rappresentativa dell’Assemblea”. Senza contare che, in presenza di tre schieramenti politici ciascuno dei quali può raggiungere la soglia del 35%, le elezioni si trasformerebbero in una roulette. Il secondo profilo di illegittimità della vecchia legge consisteva nella mancata previsione delle preferenze, la quale, afferma la sentenza, rendeva il voto “sostanzialmente indiretto” e privava i cittadini del diritto di “incidere sull’elezione dei propri rappresentanti”. Questo medesimo vizio è presente anche nell’attuale proposta di riforma, nella quale parimenti sono escluse le preferenze, pur prevedendosi liste assai più corte. La designazione dei rappresentanti è perciò nuovamente riconsegnata alle segreterie dei partiti. Viene così ripristinato lo scandalo del “Parlamento di nominati”; e poiché le nomine, ove non avvengano attraverso consultazioni primarie imposte a tutti e tassativamente regolate dalla legge, saranno decise dai vertici dei partiti, le elezioni rischieranno di trasformarsi in una competizione tra capi e infine nell’investitura popolare del capo vincente. C’è poi un altro fattore che aggrava i due vizi suddetti, compromettendo ulteriormente l’uguaglianza del voto e la rappresentatività del sistema politico, ben più di quanto non faccia la stessa legge appena dichiarata incostituzionale. La proposta di riforma prevede un innalzamento a più del doppio delle soglie di sbarramento: mentre la vecchia legge, per questa parte tuttora in vigore, richiede per l’accesso alla rappresentanza parlamentare almeno il 2% alle liste coalizzate e almeno il 4% a quelle non coalizzate, l’attuale proposta richiede il 5% alle liste coalizzate, l’8% alle liste non coalizzate e il 12% alle coalizioni. Tutto questo comporterà la probabile scomparsa dal Parlamento di tutte le forze minori, di centro, di sinistra e di destra e la rappresentanza delle sole tre forze maggiori affidata a gruppi parlamentari composti interamente da persone fedeli ai loro capi. Insomma questa proposta di riforma consiste in una riedizione del porcellum, che da essa è sotto taluni aspetti – la fissazione di una quota minima per il premio di maggioranza e le liste corte – migliorato, ma sotto altri – le soglie di sbarramento, enormemente più alte – peggiorato. L’abilità del segretario del Partito democratico è consistita, in breve, nell’essere riuscito a far accettare alla destra più o meno la vecchia legge elettorale da essa stessa varata nel 2005 e oggi dichiarata incostituzionale. Di fronte all’incredibile pervicacia con cui il sistema politico sta tentando di riprodurre con poche varianti lo stesso sistema elettorale che la Corte ha appena annullato perché in contrasto con tutti i principi della democrazia rappresentativa, i sottoscritti esprimono il loro sconcerto e la loro protesta Contro la pretesa che l’accordo da cui è nata la proposta non sia emendabile in Parlamento, ricordano il divieto del mandato imperativo stabilito dall’art.67 della Costituzione e la responsabilità politica che, su una questione decisiva per il futuro della nostra democrazia, ciascun parlamentare si assumerà con il voto. E segnalano la concreta possibilità – nella speranza che una simile prospettiva possa ricondurre alla ragione le maggiori forze politiche – che una simile riedizione palesemente illegittima della vecchia legge possa provocare in tempi più o meno lunghi una nuova pronuncia di illegittimità da parte della Corte costituzionale e, ancor prima, un rinvio della legge alle Camere da parte del Presidente della Repubblica onde sollecitare, in base all’art.74 Cost., una nuova deliberazione, con un messaggio motivato dai medesimi vizi contestati al Porcellum dalla sentenza della Corte costituzionale. Con conseguente, ulteriore discredito del nostro già screditato ceto politico. Primi firmatari: Gaetano Azzariti, Mauro Barberis, Michelangelo Bovero, Ernesto Bettinelli, Francesco Bilancia, Lorenza Carlassare, Paolo Caretti, Giovanni Cocco, Claudio De Fiores, Mario Dogliani, Gianni Ferrara, Luigi Ferrajoli, Angela Musumeci, Alessandro Pace, Stefano Rodotà, Luigi Ventura, Massimo Villone, Ermanno Vitale. Pietro Adami, Anna Falcone, Giovanni Incorvati, Raniero La Valle, Roberto La Macchia, Domenico Gallo, Fabio Marcelli, Valentina Pazè, Paolo Solimeno Per aderire inviare una mail a: [email protected] Il Tribunale di Torino il 14 gennaio 2014 ha condannato un esponente del movimento NO TAV e due amministratori al pagamento di 214.180,40 euro a titolo di risarcimento del danno recato alla società LTF che si occupa della progettazione della Torino Lione.
Nel Gennaio 2010 centinaia di manifestanti erano presenti sul terreno dove si sarebbero dovuti effettuare dei sondaggi totalmente inutili (tanto che non sono mai più stati fatti né inseriti nei successivi progetti) perchè su terreno di riporto su cui insiste l'autoporto di Susa. La società LTF aveva stipulato un accordo (mai registrato) con la CONSEPI, società che gestisce la pista di guida sicura dell'autoproto di Susa, tramite il quale si impegnava nel pagamento di 161.000 euro (di soldi pubblici) per l'affitto di terreni di proprietà del comune di Susa su cui la ditta vantava dei diritti di superficie, per un totale di 300 mq e per la durata di pochi giorni. Il costo gonfiato sarebbe poi servito da base di calcolo per la richiesta danni che il tribunale di Torino ha sentenziato in questi giorni. Facciamo appello a tutti quelli che comprendono il significato della nostra opposizione che ad oggi conta oltre 400 persone indagate, persone in prigione, persone agli arresti domiciliari, spese legali esorbitanti, affinché ci aiutino a sostenere questo ennesimo soppruso finalizzato a farci demordere poter proseguire con la devastazione del territorio ed il saccheggio delle risorse pubbliche. Siamo semplicemente colpevoli di difendere l'intera nazione da uno spreco di denaro pubblico senza uguali che si aggirerà a consuntivo intorno ai 30 Miliardi di euro, tolti a scuola, sanità, stato sociale, pensioni, gestione dei territori. Sostenerci vuol dire aiutare il futuro di questa nazione perché questi soldi intascati da mafie, banche e partiti genereranno un debito che dovrà essere pagato dalle prossime generazioni. Diffondete il messaggio a tutti coloro che ritenete sensibili a questo tema Sotto trovate gli estremi per il versamento e la descrizione nel dettaglio dei fatti. Grazie Claudio Piacenza I contributi devono essere versati : sul conto corrente postale per le spese legali NO TAV n.1004906838 - IBAN - IT22L0760101000001004906838 intestato a Pietro Davy tramite il canale Pay Pal collegato al conto di Davy Pietro e Cebrari Maria Chiara. Per effettuare le donazioni utilizzare l'apposito pulsante (in alto a destra) sul nostro sito, all'indirizzo: http://www.laboratoriocivico.org/ Le donazioni sono a costo zero, si possono donare anche piccole cifre (pochi euro). COLPEVOLI DI DIFENDERE LA NOSTRA TERRA E I BENI COMUNI. CHIEDIAMO A TUTTI UN APPOGGIO E UNA SOLIDARIETA’ CONCRETA. Il tribunale ordinario di Torino, sezione distaccata di Susa, in data 7/1/2014 depositata in data 14/1/14 ha sentenziato: " dichiara tenuti e condanna Alberto Perino, Loredana Bellone e Giorgio Vair, in solido tra di loro, al pagamento a parte attrice [ LTF ] di euro 191.966,29 a titolo di risarcimento del danno ;" oltre al pagamento sempre a LTF di euro 22.214,11 per spese legali, per un importo totale di euro 214.180,40 . La causa civile era stata intentata da LTF perché a suo dire gli era stato impedito di fare in zona autoporto di Susa il sondaggio S68 la notte tra l’11 e il 12 gennaio del 2010. I sondaggi S68 e S69 erano inutili e infatti non sono mai stati fatti né riproposti sia nel progetto preliminare sia nel progetto definitivo presentato per la tratta internazionale del TAV Torino – Lyon. Quella notte, all'autoporto centinaia di manifestanti erano sulla strada di accesso all'area per impedire l'avvio del sondaggio. La DIGOS aveva detto che non sarebbero arrivate le forze di polizia per sgomberare il terreno dai manifestanti ma che sarebbero venuti gentilmente a chiedere di poter fare il sondaggio, se avessimo rifiutato se ne sarebbero andati. E così avvenne. Poi si scoprì che era una trappola per tagliare le gambe ai NO TAV con una nuova tecnica: richiesta di danni immaginari per centinaia di migliaia di euro a carico di qualche personaggio del movimento. LTF aveva nascostamente stipulato un contratto di utilizzo di due aree di circa 150 mq cadauna, mai registrato, con la CONSEPI spa, che vantava un diritto di superficie sull’area di proprietà del comune di Susa per una cifra completamente folle: 40.000 euro per i primi quattro giorni e 13.500 euro al dì per i giorni successivi per un totale dichiarato di 161.400 euro IVA compresa. Questo contratto serviva solo per gonfiare i costi e quindi la richiesta di danno. In merito la CONSEPI SPA nella relazione di bilancio 2010 scriveva testualmente: “Si tratta di una vicenda a tutti ormai ben nota e che risale ad un periodo nel quale l’attività dei corsi di guida sicura di Consepi, rivolti soprattutto ai ragazzi neopatentati erano al amassimo del loro svolgimento.” ….“La Società interpellata dalla stessa Prefettura oltre che da LTF , fece chiaramente presente tali considerazioni chiedendo un rinvio di qualche settimana dei sondaggi , rimarcando il fatto che se questi fossero stati procrastinati l’onere per LTF sarebbe stato di gran lunga inferiore a quelli che contrattualmente si assumevano.” …. “L’onere sopportato da LTF deriva pertanto dal fatto che quest’ultima e la Prefettura, nonostante le esplicite richieste di rinvio di Consepi, sono state irremovibili sulle date dei sondaggi. ” Infatti LTF aveva stipulato con la CONSEPI, in violazione di ogni principio di buon andamento della gestione dei fondi pubblici, una scrittura privata per accedere ai predetti terreni, sborsando ben 161.400 euro alla stessa CONSEPI per avere in concessione un terreno di pochi metri quadrati già oggetto di una autorizzazione amministrativa per occupazione temporanea a costo quasi zero, come prevede la legge italiana sugli espropri ed occupazioni temporanee. Il fatto che sia del tutto ingiustificata la somma pagata da LTF a CONSEPI è sancita in modo inequivocabile anche dalla Commissione Europea che, come confermato dall’OLAF (Ufficio antifrode europreo) rispondendo ad una nostra segnalazione in merito, con la lettera Prot. N° OF/2010/0759 in data 29/10/2013 affermava che “ La Commissione Europea non ha pagato le spese in quanto non ammissibili” Il fatto che tutta l’inutile campagna di sondaggi di inizio 2010 fosse solo un colossale bluff per dire all’U.E. che i lavori erano iniziati, è testimoniato dal fatto che dei 34 sondaggi previsti ne furono effettuati soltanto 5 per una lunghezza complessiva di metri lineari 243 rispetto ai 4.418 metri lineari previsti. Ora gli avvocati del movimento presenteranno appello, ma essendo una causa civile, se LTF pretende il pagamento immediato, occorrerà pagare al fine di evitare pignoramenti o ipoteche sui beni delle tre persone condannate al risarcimento. Il MOVIMENTO NO TAV non ha le possibilità economiche per fare fronte a queste pretese. Tutto questo è stato concertato e messo in atto solo al fine di stroncare la nostra lotta. Non a caso sul quotidiano “La Stampa” del 22 settembre 2010, poco prima dell’inizio della causa, si leggeva “ Il ricorso alla causa civile contro i No Tav potrebbe così diventare uno strumento di dissuasione che i soggetti incaricati della progettazione o dell’esecuzione dei lavori potrebbero utilizzare per contenere la protesta” . Il MOVIMENTO NO TAV sta già sostenendo un pesantissimo onere per le difese legali, a cui si aggiunge questa batosta tremenda, che da solo non può sopportare. Per questo, con molta umiltà, ma altrettanta dignità e fiducia, chiede a tutti quelli che ci dicono: “Non mollate!”, “Siete l’unica speranza di questo Paese”, “Resistete anche per noi” di dare un concreto appoggio aiutandoci economicamente in modo che possiamo resistere ancora contro questo Stato e questi Poteri Forti e mafiosi che ci vogliono per sempre a cuccia e buoni. Ci sono più di 400 persone indagate per questa resistenza contro un’opera imposta, inutile e devastante sia per l’ambiente sia per le finanze di questo Stato e che impedisce di fare tutte le altre piccole opere utili. ANCHE UTILIZZANDO QUESTI SPORCHI MEZZI NON RIUSCIRANNO A FERMARE LA RESISTENZA DEL POPOLO NO TAV. Aiutateci a resistere, grazie. MOVIMENTO NO TAV I contributi devono essere versati esclusivamente sul conto corrente postale per le spese legali NO TAV n.1004906838 - IBAN - IT22L0760101000001004906838 intestato a Pietro Davy da Genova - Repubblica La sfida Dopo l’appello lanciato su Micromega, i movimenti antiliberisti in campo verso le Europee
Lista dalla base, con il cuore a sinistra Genova si mobilita per sostenere Tsipras IL DIBATTITO è andato avanti per oltre un mese, coinvolgendo intellettuali e movimenti. E oggi arriva la formalizzazione: un appello affinché in Italia si costituisca una lista della società civile a sostegno della candidatura di Alexei Tsipras alla presidenza della Commissione Europea. Motore e cantiere dell’iniziativa, la rivista Micromega, che ha pubblicato sul proprio sito «L’Europa al bivio », un documento firmato dall’editorialista di Repubblica (nonché figlia di Altiero, padre dell’Europa) Barbara Spinelli e poi da Luciano Gallino, Paolo Flores D’Arcais, Andrea Camilleri, Marco Revelli e Guido Viale. Per una sinistra, che al di là degli «apparati partitici», ritrovi le proprie ragioni intorno al leader del partito greco Syriza. Ma, contemporaneamente, il movimento si muove a livello locale: dopo una serie di assemblee (di cui aveva dato notizia il nostro giornale già nelle scorse settimane) proprio ieri una sessantina di noti esponenti della sinistra genovese hanno firmato lo stesso appello, mentre da parte sua il partito della Rifondazione Comusita lancia, con i suoi organismi anche locali, un appello per ritrovare tutta la sinistra che non si riconosce nel Pd unita nel nome di Tsipras. Tra gli altri firmatari genovesi, il consigliere comunale Antonio Bruno, la leader pacifista Norma Bertullacelli, l’ex vicepresidente della Provincia Marina Dondero, l’ex assessore alla casa del Comune di Genova Bruno Pastorino, il medico Guido Rodriguez. E poi, tra gli altri, Angelo Cifatte, Patrizia Poselli, Roberto De Montis, il consigliere regionale Giacomo Conti, il professor Giacomo Casarino, Rita Lavaggi, Pasquale Indulgenza, Luigi Fasce. Proponiamo, spiegano i firmatati, “una lista elettorale costruita “dal basso”, nella quale i candidati siano individuati direttamente dalla base, previa consultazione a livello di circoscrizione elettorale, senza primogeniture, discriminazioni, spartizioni politiche. Una lista aperta a tutti i movimenti antiliberisti ed a tutte le forze politiche e sociali impegnate per la difesa e la realizzazione della Costituzione e che contrastano le derive autoritarie e le politiche finanziarie e liberiste in atto a livello europeo ed a livello italiano. ”. Naturalmente, anche per evitare gli errori del passato, i firmatari propongono “a tutti i singoli, gruppi, associazioni, formazioni politiche interessate a seguire questo percorso, l’organizzazione di un incontro nell’ambito delle rispettive circoscrizioni elettorali, da tenersi entro il mese di gennaio, con una sintesi successiva a livello nazionale”. Se con Rifondazione non dovrebbero esserci problemi, più complesso sarà il rapporto con Sel : una parte del partito di Vendola è fortemente restia ad avvicinarsi al Pd. Ma i fantasmi delle elezioni, anche recenti, fanno paura a tutti. Amici, dopodomani a Bruxelles si deciderà se dare aiuti militari e altro alla repubblica centrafricana. Bisogna a mio parere, per chi ne ha le capacità e le possibilità, infiammare l'Italia con questa notizia se non vogliamo ritrovarci immersi in un altro genocidio, o guerra dimenticata. Due anni di violenze, stupri, saccheggi, devastazioni, soprusi, uno stato inesistente, un milione di rifugiati interni ed esterni, su 4,5mill di abitanti, tutto è stato distrutto, armi a tonnellate che girano dappertutto, sonnolenza internazionale, ONU incapace di richiamare gli stati alla responsabilità di difendere la dignità umana....Bisogna cominciare a far sapere… FAR SAPERE…. L'Italia è uno degli stati che ora profitta dell'instabilità per il contrabbando di diamanti.
All'attenzione di associazioni, comitati, formazioni politiche e del variegato popolo progressista ed antiliberista
Proponiamo la preparazione di una lista che condivida il programma della Sinistra Europea (GUE-NGL) approvato al Congresso di Madrid (dicembre 2013), aperta a chiunque ne faccia propri i contenuti. Una lista elettorale costruita “dal basso”, nella quale i candidati siano individuati direttamente dalla base, previa consultazione a livello di circoscrizione elettorale, senza primogeniture, discriminazioni, spartizioni politiche. Una lista aperta a tutti i movimenti antiliberisti ed a tutte le forze politiche e sociali impegnate per la difesa e la realizzazione della Costituzione e che contrastano le derive autoritarie e le politiche finanziarie e liberiste in atto a livello europeo ed a livello italiano. Una lista che si riconosca nella candidatura di Alexis Tsipras (Syriza, Grecia) a Presidente della Commissione Europea, formalizzata a Madrid, al IV Congresso del Partito della Sinistra Europea, che comprende movimenti e partiti di una ventina di paesi europei. I Paesi aderenti all'Unione sono in una grave crisi a causa della politica di austerità della UE (attraverso molti trattati, Maastricht, Lisbona, MES, fiscal compact, ecc..), che, da un lato, non risolve i problemi finanziari (debito pubblico ecc.) e, dall'altro, ha gravi effetti sulla vita e i diritti delle persone. Siamo convinti che senza un rivolgimento della politica neoliberista e monetarista perseguita dall’Unione Europea e imposta ai Paesi membri nulla si potrà fare per difendere la pace, i beni comuni, lo stato sociale, scuola e sanità pubbliche, ambiente. Proponiamo pertanto a tutti i singoli, gruppi, associazioni, formazioni politiche interessate a seguire questo percorso, l’organizzazione di un incontro nell’ambito delle rispettive circoscrizioni elettorali, da tenersi entro il mese di Gennaio, con una sintesi successiva a livello nazionale. Per contattarci ed essere inseriti nella nostra mailing list potete scrivere su [email protected] Riccardo Arena, Simonetta Astigiano, Norma Bertullacelli, Graziella Bevilacqua, Gabriele Calzi, Giacomo Casarino, Stefano Ciccia, Angelo Cifatte, Paola Conte, Giacomo Conti, Sergio Contu, Rossella De Bianchi,Massimo Della Giovanna, Roberto De Montis, Marina Dondero, Luigi Fasce, Enza Galluccio, Paolo Gastaldo, Davide Ghiglione, Giuseppe Gonella, Angelo Guarnieri, Carmelita Guarrera, Pasquale Indulgenza, Rita Lavaggi, Luciano Macciò, Gianni Noli, Marco Pericle Parisi, Bruno Pastorino, Tonino Perna, Giuseppe Pittaluga, Roberto Pisani, Mattia Pizzamiglio, Patrizia Poselli, Luigi Previati, Omar Ravazzano, Guido Rodriguez, Dario Rossi, Stefano Rossi, Giovanni Russotto, Marina Sartorio, Marco Sferini, Rodolfo Spirandelli, Danilo Zannoni, Gianna Zappaterra, Antonio Bruno |