Ritenevamo che fosse possibile, nella stagione dei cosiddetti “sindaci arancione”, spostare/condizionare il centro-sinistra verso obiettivi che condividevamo.
Marco Doria vinse le primarie e, poi, le elezioni perché, in quanto figura al di fuori della nomenclatura politica che aveva governato negli anni precedenti la città, era stato percepito come “motore” in grado di mettere in atto vere politiche di partecipazione, di tutela del territorio (e, quindi, di opposizione alle Grandi Opere), di difesa dei Servizi Pubblici e di avvio di processi di ripubblicizzazione del servizio idrico, dopo la grande vittoria referendaria del 2011.
A distanza di quasi tre anni, possiamo ormai fare un bilancio abbastanza preciso e quello che risulta evidente è che ci sono parecchi aspetti critici e contradditori.
L'esperienza di partecipazione dei Comitati per Doria, creatisi sull’onda dell’entusiasmo per la campagna elettorale, terminò precocemente dopo le elezioni, lasciando un enorme vuoto in termini di contatto tra il nuovo Sindaco e la cittadinanza. Oggi, infatti, in tutta la città si lamenta una distanza abissale con Palazzo Tursi.
Poi, iniziarono le delusioni riguardo alle politiche concrete portate avanti da Doria e la sua giunta. I segnali, infatti, non tardarono a manifestarsi: non a caso, una delle prime delibere approvate dal consiglio comunale fu il parere negativo nei confronti dell'osservazione presentata dagli Amici del Chiaravagna contro l'uso delle cave del Monte Gazzo per l’allocazione dello smarino amiantifero del Terzo Valico.
Così si arriva ad oggi. È di questi giorni l'approvazione in consiglio del mandato al Sindaco di approvare l’intero tracciato della Gronda Autostradale di Ponente, un atto in palese contraddizione con posizioni assunte in campagna elettorale (e ribadite anche in tempi successivi), che si tenta in maniera maldestra di nascondere attribuendone la responsabilità ad altri enti.
La giunta, inoltre, ha proposto una delibera dove si svendono ai privati aree della Fiera Internazionale di Genova, lasciando la porta aperta a strutture commerciali ed alle conseguenti, probabili, speculazioni.
Procede ostinatamente il progetto di tombinare il rio Penego, nella parte orientale della città, in contrasto con tutte le cautele dovute dopo le recenti alluvioni.
Il Sindaco ha, poi, recentemente confermato che non intende procedere ad alcun processo di ripubblicizzazione del servizio idrico, mentre non c’è segno di inversione di tendenza nel progressivo sfascio del trasporto pubblico, una situazione che ha, tra l’altro, portato alla dura contrapposizione con i lavoratori, con un momento apicale nelle famose 5 giornate di lotta degli autisti AMT del novembre 2013.
Interessante, si fa per dire, anche l'esperienza della città metropolitana, dove si è preferito – anche, purtroppo, da parte di soggetti aderenti alla c.d. lista Tsipras - scegliere la via dell’accordo con il centro-destra, piuttosto che attivare un percorso (possibilissimo) di presenza di liste civiche di sinistra e di partecipazione.
Tutto questo si inserisce in un contesto a livello nazionale dove il centro-sinistra ha ormai assunto connotati sempre meno riformabili, lanciato com’è nell’attuazione di politiche economiche e sociali che neanche la destra era riuscita a portare avanti.
È in questo quadro che, alle ultime Elezioni europee, abbiamo partecipato facendo riferimento ad una Sinistra Europea che da tempo ha rotto (in Grecia, come in Spagna e Germania) con i partiti socialdemocratici, responsabili, come e più del centro-destra, delle politiche di austerità.
Sono, quindi, maturi i tempi per uscire dalla posizione di minorità che ci ha visto, in misura sempre crescente, subalterni al centro-sinistra: utili per vincere le elezioni in coalizione, ma sostituibili o minacciati di sostituzione, quando arrivano le scadenze reali e importanti, mentre tutti gli impegni, per noi qualificanti, assunti a livello programmatico nelle campagne elettorali vengono puntualmente disattesi.
E' per questo che dobbiamo prendere atto che le motivazioni che ci avevano portato a condividere l'esperienza della giunta Doria sono ormai venute meno e che dobbiamo lavorare - in Europa, come in Italia, come a Genova - ad una alternativa chiara e netta sia al centro-destra sia al centro-sinistra.