Il nuovo progetto di Piano Regolatore Portuale (PRP) del Porto di Genova prevede un allungamento verso Sud del porto di Prà – Voltri, creando nella diga prospiciente l’aeroporto un’apertura di 350 metri di larghezza e un prolungamento verso levante di 500 metri, parallelo alla costa.
Analogamente a quanto si prevede per il porto di Sampierdarena, tali ampliamenti servirebbero per l'attracco di navi supercontainer dall'ingente pescaggio.
Inoltre questi ampliamenti sono strettamente collegati alle previste Grandi Opere (Gronda e Terzo Valico) che producono, nel processo di devastazione dell'entroterra, milioni di metri cubi (prevalentemnte amiantifero) che dovrebbero essere stoccati nei nuovi riempimenti.
Questi lavori ad oggi non sono ancora iniziati, a parte una piccola parte di opere conpensative per il collegamento ad alta velocita' ferroviaria Fegino - Tortona (Terzo Valico), che ad oggi e, presumibilmente nei prossimi anni, non ha ancora trovato i finanziamenti per le gallerie dove dovrebbero passare i treni, cioe' sono opere che possono essere ancora fermate i cui finanziamenti potrebbero essere stornati verso opere meno impattanti e piu' utili.
La nuova situazione economica mondiale (chiamata crisi) ha messo in crisi (appunto) il mercato delle supercontanier che si e' completamente fermato, perche' e' antieconomico movimentare navi mezze vuote, visto il blocco della crescita del commercio mondiale.
Blocco del commercio mondiale che e' un'opportunita' per i nostri territori (che non possono diventare solo corridoi intermodiali e piattaforme logistiche ma devono riprendere capacita' produttive).
Blocco del commmercio globale che e' salvezza per il Sud del mondo dove e' auspicabile (e in parte inizia a verificarsi) un aumento dei diritti, una diminuzione dello sfruttamento di persone e territori, con il conseguente aumento del costo del lavoro anche in quei paesi e riequilibrio dell'economia planetaria.
E' per questo motivo che bisogna bloccare, sia queste previsioni di ampliamento che le Grandi Opere ad esse connesse, che bisogna costruire un modello economico piu' equilibrato, dove lavoro e diritti siano prioritari rispetto a profitti e speculazioni finanziarie.