Non solo ma la continua stratificazione della normativa che dalla legge 422 in poi si è creata, talvolta in maniera contraddittoria, non ha dato un mano al sistema; esempio ultimo è tutta la normativa creata per liberalizzare il settore che calpestava l’esito referendario del Giugno 2011 poi ripristinato dalla sentenza della Corte Costituzionale a luglio.
Per ultimo, ma solo per ordine cronologico, Regione Comune e Provincia, non sono mai stati in grado di promuovere ne’ politiche innovative che andassero da una parte a sbloccare tutte quelle opere utili per il funzionamento del servizio ( logistica, corridoi di qualità, Tranvia), ne’ politiche per superare il nanismo strutturale delle aziende.
Per questi motivi la delibera approvata in Comune sul tema di Amt a Luglio non serva a risolvere il problema del TPL a Genova ne’ sul breve periodo ne’, tantomeno in un ottica di prospettiva futura; è per questo che crediamo che lo sforzo che stanno producendo le parti non servirà a mettere in salvo AMT se non si recupera contestualmente il tema dei finanziamenti e non si producono a livello locale tutti le azioni strutturali necessarie per fornire un servizio utile alla città.
Superando una sorte di fatalismo, si tratta di aprire da subito una vertenza a livello nazionale che coinvolga tutti i Sindaci che sostengono i beni pubblici, contro le politiche neo liberiste per:
- recuperare il tema dei finanziamenti, anche in vista della campagna elettorale che si aprirà,
- utilizzare nuove leve fiscali come la patrimoniale sui grandi beni per sostenere economicamente il servizio,
- utilizzare la Cassa Depositi e Prestiti per affrontare gli investimenti per il rinnovo del parco rotabili (10 MLD) che potrebbe produrre se ben amministrati non solo un beneficio diretto sul TPL ma anche sull’indotto dell’industria ( IRIBUS Breda Ansaldo ecc.),
- defiscalizzare i carburanti per le aziende che erogano TPL come già avviene per gli autotrasportatori,
- togliere l’Iva sul corrispettivo dei contratti di servizio produrre politiche di sostegno per la fusione di aziende di TPL per superare il nanismo aziendale del settore.
A livello locale bisogna che da subito il Comune di Genova ripensi il tema delle privatizzazioni non solo, perché i privati (che devono fare utili e non offrire un servizio pubblico), come nel caso di Transdev/RTP, hanno dato dimostrazione di inefficienza; ci hanno consegnato AMT con un buco di 7MLN di euro il biglietto aumentato e il servizio tagliato.
Siamo convinti che risorse economiche si possono recuperare; ad esempio abbandonando progetti faraonici costosi e poco utili come Gronda e Terzo Valico, dirottando quei soldi per il TPL.
Bisogna costruire veramente a una rete del servizio protetta che possa garantire una pianificazione del servizio che non solo faccia risparmiare ma che produca un servizio offerto alla città migliore; in quest’ottica bisogna accelerare sulla realizzazione della Tranvia in Valbisagno, prolungare la metropolitana verso la Valpolcevera, prepararsi per l’apertura della metropolitana di superfice nel ponente genovese. Proprio in quest’ottica bisogna arrivare a definire con la Regione Liguria come si dovrà gestire il servizio integrato ferro gomma.
La prospettiva di aumentare il costo del titolo di viaggio per il trasporto integrato ferro - gomma e’ inaccettabile perche’ significa disincentivare ulteriormente l’uso di un trasporto sempre piu’ critico e favorire il passaggio all’uso del mezzo privato, continuando a incrementare l’inquinamento da benzene nella nostra citta’.
Dobbiamo ripartire da qui e non dal costo del lavoro degli autoferrotranvieri se vogliamo dare un segnale di discontinuità con il passato per cercare di risolvere in maniera strutturale il TPL e non solo. Perché siamo sempre più convinti che il cliché che si sta utilizzando in AMT poi si replicherà in tante altre vertenze che sono aperte a Genova.