L'immobilismo di vari amministrazioni di centro sinistra (nel passato speravano di costruire un inceneritore) ha portato a una grave situazione che oggi verrebbe sanata dall'ingresso di una multiutility (pesantemente indebitata
d'altronde).
L'unica discussione all'interno della giunta Doria pare essere solo la quota maggiore o meno al 50 per cento. Aspetto praticamente irrilevante, visto il peso che i Sindaci e le assemblee elettive hanno già ora sulle scelte di Iren.
Nel frattempo si sta preparando il terreno.
Un funzionario della città metropolitana (criticato per non aver ancora sbloccato la Autorizzazione Integrata Ambientale per la discarica di Scarpino) viene rimosso da quell'incarico dal presidente della Città Metropolitana Marco Doria e sostituito da una funzionaria del Comune di Genova il cui Sindaco è ... Marco Doria (che scalpita per ottenere la riapertura della discarica sottoposta a pesanti inchieste da parte della magistratura).
Inoltre, Amiu sta progettando gli impianti di pretrattamento in modo da favorire l'ingresso di Iren dentro la società.
Infatti, AMIU prevede un impianto di separazione secco-umido sovradimensionato ed uno di digestione anaerobica sottodimensionato, come osservato dalla stessa Regione nei documenti della commissione d'inchiesta parlamentare.
Il dimensionamento degli impianti di separazione secco-umido del rifiuto indifferenziato e quello di digestione anaerobica fatto dalla regione è calcolato su una RD del 65%. (vedi allegato progetto impiantistica regione-Amiu)
Questo significa che AMIU programmaticamente non intende giungere al 65% di RD !!!!!
Il motivo è che IREN possiede gli inceneritori di Parma e Torino e che il conferimento dei rifiuti genovesi consente a IREN dei lauti guadagni, anche in considerazione del fatto che questi inceneritori sono sottoutilizzati, che ovviamente pagheranno i cittadini genovesi continuando ad esportare i rifiuti.
Forse è Iren che ha bisogno di AMIU, più di quanto Amiu abbia bisogno di Iren.
E questo porterà a non raggiungere i minimi di legge per la raccolta differenziata, alte tariffe di conferimento, nessun controllo dei cittadini e delle istituzioni sulle scelte aziendali.
Rimane il problema del finanziamento degli impianti.
Come descritto negli atti della commissione parlamentare di inchiesta (vedi allegato estratto commissione inchiesta) la stessa Amiu, per bocca del suo Presidente Marco Castagna, prevedeva due soluzioni: “Dal punto di vista politico-aziendale si stanno valutando due opzioni, entrambe teoricamente percorribili. La prima è l’individuazione di un partner nel caso in cui si volesse creare una società ad hoc per la realizzazione del biodigestore, con una capacità di investimento esterna, finalizzata solo alla realizzazione dell’impianto.
Di questa società AMIU potrebbe essere parte e avere un rapporto da società a società. L’altra ipotesi è un aumento di capitale di AMIU dovuto a soggetti interessati a conferire risorse, che acquisirebbero azioni di AMIU. (pagina
45)
Successivamente il Presidente Castagna ha sostenuto che il suo mandato prevedeva di perseguire la seconda opzione. Traduzione: la scelta politica del Sindaco Marco Doria e della sua maggioranza è quella di procedere alla
privatizzazione della società.
Ci vogliamo soffermare sulla opzione scartata che eviterebbe l'ingresso in società di una multiutility gestita da fondi privati e banche.
Impianti a gara aperta a società di impiantistica industriale disponibili a finanziare integralmente la realizzazione degli impianti stessi. Recupero dell'investimento con utile d'impresa tramite gestione di 12-15 anni dell'impianto stesso con società mista impiantista vincitore gara-AMIU. (sostanzialmente un project-financing).
Vantaggi:
- chi vince la gara è una azienda che sa realizzare gli impianti (partner industriale)
- è interesse del realizzatore fare un impianto ben fatto, altrimenti non rientra del capitale investito
- la gestione mista garantisce una gestione tecnica valida, ma nello stesso tempo consente a personale AMIU di imparare a gestire impianti industriali per poi rendersi indipendenti
- non sposi a vita una ditta come nel caso di ingresso di un partner nel capitale sociale, ma è una convivenza a tempo (il tempo di ammortamento dell'investimento fissato a priori nella gara).
Si potevano, a nostro avviso, e si possono ancora oggi reperire i capitali tramite
a) finanziamento dell'opera tramite fondi europei
oppure
b) finanziamento tramite sistema bancario o cassa depositi e prestiti con fideiussione del Comune
In ogni caso esprimiamo la nostra più assoluta contrarietà a processi di privatizzazione anche parziale delle aziende che gestiscono servizi pubblici:
a) per rispetto del referendum detto sull'acqua, ma che in realtà riguardava tutti i servizi di pubblica utilità, dove la maggioranza dei cittadini italiani ha detto che i servizi pubblici devono essere gestiti da società pubblica senza scopo di lucro
b) per consentire la reale partecipazione dei cittadini e degli enti locali alle scelte strategiche delle aziende di servizio.
I Consiglieri Comunali
Antonio Bruno Gian Piero Pastorino